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SVIZZERAOperazioni di polizia in filiali estere di Credit Suisse

31.03.17 - 11:37
Le indagini interesserebbero complessivamente circa 55'000 conti bancari
Keystone
Operazioni di polizia in filiali estere di Credit Suisse
Le indagini interesserebbero complessivamente circa 55'000 conti bancari

BERNA - La procura olandese ha dato il via a una vasta operazione antifrode fiscale, coordinata con altri paesi: nel mirino filiali del gruppo Credit Suisse a Londra, Parigi e Amsterdam. La grande banca elvetica ha confermato notizie in questo senso diffuse stamane da diversi media e ha garantito il sostegno alle autorità competenti. A Berna la Procura federale reagisce con indignazione.

A far scattare i blitz sarebbero stati indizi di conti segreti presso una non meglio specificata "banca svizzera", hanno indicato oggi all'agenzia reuters le autorità olandesi incaricate del perseguimento di reati finanziari (FIOD). Il governo di Amsterdam ha segnalato ai paesi interessati l'esistenza di circa 55'0000 conti bancari sospetti presso questo istituto, 3800 dei quali in Olanda. Nei Paesi Bassi decine di persone sono sospettate di aver nascosto al fisco milioni di euro, ha reso noto la procura, annunciando anche l'arresto di due sospetti e nuove operazioni nelle prossime settimane.

Già ieri le autorità di Amsterdam avevano dato il via a perquisizioni di sedi bancarie e residenze di clienti coordinate sul territorio nazionale e all'estero, in collaborazione con le autorità di Gran Bretagna, Germania, Francia e Australia. Nel corso dei blitz sono stati confiscati opere d'arte, lingotti d'oro, denaro in contanti e altri valori patrimoniali per un ammontare di diversi milioni, ha indicato una portavoce del FIOD.

Secondo le autorità olandesi, che non hanno voluto precisare di quale banca elvetica si tratti, le indagini in corso in vari paesi dureranno sicuramente diverse settimane.

Anche le autorità fiscali britanniche hanno annunciato l'avvio di un'indagine per evasione fiscale e riciclaggio nei confronti di una «istituzione finanziaria internazionale» non meglio precisata, di alcuni suoi impiegati e di diversi suoi clienti. «L'estensione internazionale dell'indagine è un chiaro messaggio del fatto che non vi sono possibili nascondigli per chi cerca di evadere le tasse», si legge in una dichiarazione dell'Ufficio delle entrate e le dogane britannico.

Dal canto suo l'Australia ha identificato oltre 340 persone in contatto con gestori di fondi legati al sistema bancario elvetico sospettati di aver promosso e facilitato l'evasione fiscale, ha indicato oggi la ministra australiana delle finanze Kelly O'Dwyer. Conti «cifrati anonimi presso una banca svizzera» sono stati identificati, ha aggiunto. La prossima settimana una task force australiana contro la criminalità finanziaria (Serious Financial Crime Task Force, SFCT) procederà a interrogare impiegati della banca, clienti e avvocati nell'ambito della vicenda. Si tratta di determinare se i cittadini australiani in questione abbiano violato i loro obblighi fiscali o siano implicati in un'attività criminale, ha aggiunto la O'Dwyer.

Nel tardo pomeriggio anche la Francia, per voce della Procura nazionale finanziaria (Parquet national financier, PNF), ha annunciato che un'inchiesta per riciclaggio aggravato da frode fiscale riguardante diverse migliaia di conti bancari aperti in Svizzera e non dichiarati al fisco francese. Il PNF sottolinea che «perquisizioni e interrogatori sono stati condotti giovedì e venerdì» nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria coordinata sul piano internazionale da Eurojust.

Il Credit Suisse non è menzionato in nessuno dei comunicati delle autorità dei paesi coinvolti nell'inchiesta, ma il numero due bancario elvetico ha provveduto fin da stamane a informare direttamente in merito ai fatti, reagendo a diverse notizie di stampa. «Collaboriamo con le autorità», ha precisato un portavoce della grande banca, confermando le perquisizioni condotte nelle filiali di Londra, Parigi e Amsterdam.

La banca aggiunge di applicare dal 2013 l'accordo di ritenuta alla fonte stipulato tra Svizzera e Regno Unito e di aver attuato il programma francese e olandese di dichiarazione volontaria e, infine, di aver reciso ogni legame con clienti «non conformi» ai fini fiscali.

Indignata la reazione da parte delle autorità giudiziarie elvetiche: il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) si dice «sconcertato dal modo in cui l'operazione è stata organizzata, con un volontario mancato coinvolgimento della Svizzera», ha detto una portavoce della procura federale. Non sono state rispettate le regole in uso in materia di collaborazione internazionale e di assistenza giudiziaria. L'MPC attende ora una spiegazione scritta da parte delle autorità olandesi competenti e valuterà i prossimi passi da compiere.

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