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SVIZZERASyngenta: attesi pochi cambiamenti operativi dopo il rilevamento

30.03.17 - 10:49
Sui siti elvetici del gigante agrochimico basilese non sono nemmeno previsti licenziamenti
Keystone
Syngenta: attesi pochi cambiamenti operativi dopo il rilevamento
Sui siti elvetici del gigante agrochimico basilese non sono nemmeno previsti licenziamenti

BASILEA - Il rilevamento di Syngenta da parte di ChemChina, che deve ancora ottenere il via libera delle autorità preposte alla concorrenza non comporterà quasi nessun cambiamento a livello operativo. Sui siti elvetici del gigante agrochimico basilese non sono nemmeno previsti licenziamenti.

A breve termine «non ci sarà praticamente alcun cambiamento» operativo, afferma il presidente del consiglio d'amministrazione di Syngenta, Michel Demaré, in un'intervista pubblicata oggi da "L'Agefi".

ChemChina ha già acquisito una dozzine di aziende estere. Inizialmente i cinesi avevano la tendenza a introdurre dei cambiamenti operativi importanti, «a paracadutare manager cinesi», prosegue il cittadino belga-svizzero. «Col tempo hanno capito che - per valorizzare i loro investimenti - è meglio lasciare una grande libertà operativa al management già in carica».

Col tempo ChemChina ha inoltre dimostrato la propria capacità di mantenere i propri impegni. Nel quadro di questa transazione non ci saranno licenziamenti importanti sui siti svizzeri di Basilea e Monthey (VS), ricorda Demaré. Tutti rimarranno al proprio posto e Monthey resterà il più grande stabilimento mondiale di produzione, assicura l'ex responsabile delle finanze di ABB.

ChemChina acquisisce prima di tutto un know-how, vale a dire dipendenti altamente qualificati. È inconcepibile rischiare di perdere queste conoscenze cercando ad esempio di delocalizzare impieghi in Cina, rileva il presidente del Cda di Syngenta.

Ricordando che l'offerta del gigante cinese è più vantaggiosa che quella dell'americana Monsanto, Demaré rileva che le sinergie con ChemChina non si basano su riduzioni dei costi ma su opportunità di crescita. «Syngenta potrà mantenere la sua sede centrale a Basilea, continuare a pagare le imposte in Svizzera e mantenere il suo marchio».

Demaré afferma di comprendere la diffidenza che possono suscitare le acquisizioni cinesi, in particolare per quanto concerne il trasferimento di tecnologie chiave. Ma «possiamo dissiparla informando maggiormente». «Per ora non abbiamo comunicato in dettaglio per evitare di ritardare la transazione ma lo faremo attivamente una volta completamente finalizzata», indica il presidente dell'organo di sorveglianza del gruppo agrochimico. Syngenta conta di chiudere l'operazione nel secondo trimestre di quest'anno.

Nel febbraio 2016, ChemChina aveva presentato un'offerta da 43 miliardi di dollari, interamente in contanti, per rilevare Syngenta. Se otterrà il via libera delle autorità garanti della concorrenza l'operazione sarà la più importante operazione mai lanciata da un gruppo cinese all'estero.

Ma ChemChina ha già prolungato sei volte il termine della sua offerta di acquisto per il gruppo agrochimico basilese, in attesa delle decisioni delle autorità; al momento sull'agenda è segnato il 28 aprile.

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