Lo ha affermato Jean-Pierre Roth, ex presidente della BNS, per il quale «difendere un corso artificiale sarebbe irresponsabile»
LOSANNA - Voler reintrodurre una soglia minima di cambio franco-euro è un'illusione. Lo ha affermato stamane ai microfoni della RTS, l'ex presidente della Banca nazionale svizzera (BNS), Jean-Pierre Roth, per il quale «difendere un corso artificiale sarebbe irresponsabile».
«Non si possono ordinare questi tipi di decisione», ha spiegato Roth. Il vallesano rispondeva a una domanda sulla richiesta avanzata da taluni negli scorsi giorni di una nuova soglia minima di 1,15 franchi per un euro.
Resistenza straordinaria - Il tasso attuale si situa al di sopra degli 1,07 franchi, portarlo a 1,15 non cambierebbe granché, ha precisato colui che è stato presidente della BNS tra il 2001 e il 2009. Roth ha peraltro lodato la capacità di resistenza «straordinaria» dell'economia svizzera dopo l'abbandono due anni fa del tasso di 1,20 franchi per 1 euro.
«Ciò è dovuto alla flessibilità dell'economia elvetica, alla sua diversificazione e al fatto di possedere campioni in determinati settori», ha aggiunto Roth. Questa resistenza, che si verifica dal 6 settembre 2011 e dall'allora introduzione della soglia minima di cambio franco-euro, occorre incoraggiarla e non ostacolarla.
Misure non convenzionali - Secondo l'ex presidente della BNS, quella decisione - come tutte le misure non convenzionali, era destinata a scomparire un giorno o l'altro. Roth mette nella stessa categoria l'introduzione di tassi di interessi negativi introdotti da talune banche oltre due anni fa.