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STATI UNITIMarchionne: «Nulla in comune con il caso Volkswagen»

12.01.17 - 18:24
L'amministratore delegato di Fca replica alle accuse dell'Agenzia per la protezione ambientale americana
Marchionne: «Nulla in comune con il caso Volkswagen»
L'amministratore delegato di Fca replica alle accuse dell'Agenzia per la protezione ambientale americana

NEW YORK - Sergio Marchionne non nasconde la sua rabbia per le accuse americane di violazione delle norme sulle emissioni diesel. Difende a spada tratta Fca e la sua etica e moralità. «Che diano dell'immorale a me io posso sopravvivere», ma non al gruppo che si è sempre comportato regolarmente, rispettando le regole: «non c'è da parte nostra nessun interesse a frodare. Abbiamo la coscienza pulita». Non spaventa Marchionne neanche la possibile sanzione fino a 4,6 miliardi di dollari: «sopravviveremo».

Rassicurando sul raggiungimento degli obiettivi al 2018 nonostante le accuse dell'Agenzia per la Protezione Ambientale americana, Marchionne si augura che Fca non sia finita in una «guerra politica» fra l'amministrazione uscente di Barack Obama e quella entrante di Donald Trump, dopo i ringraziamenti del presidente eletto per l'investimento da 1 miliardo di dollari negli Stati Uniti, con la creazione di 2.000 posti di lavoro.

«Spero» che le accuse «non siano una conseguenza» del cambio di amministrazione, dice l'amministrazione delegato descrivendo il comportamento dell'Epa come quello di «un'agenzia che perderà efficacia», come previsto da Trump. Marchionne però osserva la «tempistica strana» dell'annuncio «fuori posto», per una «differenza di opinioni» che poteva essere risolta in altro modo, senza mettere in dubbi i valori della societâ.

L'amministratore delegato di Fca tiene a tracciare una netta differenza fra il caso Fca e quello Volkswagen, centrata sui "defeat device". «I dispositivi usati da Volkswagen erano in grado di distinguere fra i test e quando l'auto era in strada. Il nostro software si comporta sempre allo stesso modo» spiega al termine di una «mattinata non piacevole».

Le autorità americane parlando di somiglianze fra i due software, non si sono spinte nel caso di Fca a parlare di "defeat device", conclusione alla quale non sono state in grado di giungere. le 104.000 auto nel mirino delle autorità sono Jeep Grand Cherokee e Dodge ram, e nessuna di queste à arrivata sul mercato europeo.

Assicurando che Fca «si siederà al tavolo con la nuova amministrazione e cercherà di risolvere il caso», anche se «è difficile prevedere il risultato», Marchionne guarda ai prossimi passi. «La prima cosa», dice, «è certificare e omologare le auto del 2017. Riteniamo che la nostra strategia sia accettabile, concedendosi il vantaggio di rivedere anche le vetture» nel mirino e modificarle con eventuali soluzioni che spazzino via ogni dubbio. I colloqui con l'Epa che vanno avanti dal settembre 2015, continuano. Un primo appuntamento è domani, poi lunedè in California. Una cosa è certa per Marchionne: sulle auto Fca non ci sono software illegali.

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