Cerca e trova immobili

ZURIGOSwiss Finance Institute consiglia di migliorare i rapporti annuali

07.12.16 - 15:44
La maggior parte delle aziende elvetiche quotate in Borsa inviterà presto i propri azionisti alla propria assemblea generale
Swiss Finance Institute consiglia di migliorare i rapporti annuali
La maggior parte delle aziende elvetiche quotate in Borsa inviterà presto i propri azionisti alla propria assemblea generale

ZURIGO - La maggior parte delle aziende elvetiche quotate in Borsa inviterà presto i propri azionisti alla propria assemblea generale. Tuttavia secondo lo Swiss Finance Institute (SFI) sussiste un potenziale di miglioramento in relazione ai rapporti annuali. L'istituto esprime inoltre dubbi in merito alle strutture di remunerazione e all'introduzione di quote rosa.

Molte delle società esaminate considerano la pubblicazione un mero adempimento ai propri doveri e comunicano soltanto rispettando le esigenze minime, si legge nel documento "Corporate Governance: Beyond Best Practice" dell'istituto specializzato nella ricerca e nell'insegnamento in campo finanziario fondato dall'Associazione svizzera dei banchieri.

Stando all'analisi approfondita di 228 rapporti annuali 2016, solo il 32% adempie alle esigenze minime del "value reporting" e solo il 14% informa sufficientemente su fattori non finanziari. Da un sondaggio emerge che poi l'85,7% delle aziende ritiene di aver pubblicato tutte le informazioni rilevanti disponibili, mentre tra gli investitori interrogati solamente il 44,6% si dice d'accordo. E appena il 21,4% è soddisfatto della divulgazione delle remunerazioni 2016.

C'è invece maggiore concordia tra imprese ed investitori in relazione alla consultazione degli azionisti sui compensi: l'81% dei primi e il 70% dei secondi vorrebbe mantenere la possibilità di votare in prospettiva sugli importi da versare.

La struttura delle remunerazioni viene però vista in maniera critica dallo SFI. Molte aziende hanno sostituito le opzioni su azioni con azioni la cui attribuzione definitiva dipende da determinate condizioni legate alla prestazione, afferma il documento. In questo modo intendono ridurre gli incentivi al rischio.

Ma secondo l'istituto si tratta di un errore, dato che con questi strumenti gli stimoli permangono. Secondo lo SFI semplici programmi azionari potrebbero essere più adeguati per la remunerazione a lungo termine. Inoltre i sistemi di compensazione dovrebbero tener conto dei costi del capitale quale parte integrante della gestione interna del successo.

L'istituto si mostra critico anche in relazione alle quote rosa nei consigli d'amministrazione (Cda), questione che viene attualmente discussa nel quadro della revisione del diritto delle obbligazioni. Un Cda - spiega lo SFI - crea valore scegliendo i membri con le migliori competenze ed esperienze e non attenendosi a una regola fissa. Intanto la proporzione di donne negli organi di sorveglianza è salito dal 7% nel 2008 al 17% nel 2016.

Anche per quanto riguarda la partecipazione degli azionisti lo SFI costata una progressione: in media, considerando il numero di azioni votanti rispetto a quelle in circolazione, il tasso è cresciuto dal 55% nel 2012 al 70% nel 2016. Le analisti mostrano che investitori influenti non si fidano più ciecamente dei Cda e che azionisti passivi sono tra i più attivi nel dialogo nell'ambito della corporate governance. Molti di questi investitori, viene ancora affermato, si trovano negli Stati Uniti o nel Regno Unito ma sono in contatto regolare con il Cda e la direzione ed esercitano un influsso considerevole sulle aziende elvetiche.

Gli autori del documento suggeriscono alle imprese di mettere a disposizione dei propri azionisti più tempo per l'analisi dell'ordine del giorno delle assemblee generali inviando la documentazione prima del termine legale previsto (venti giorni). In questo modo i voti degli investitori andrebbero al di là del principio del "best practice" e considererebbero anche fattori locali.

ats
 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE