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SAN GALLORaiffeisen fa utile, nonostante la volatilità dei mercati

10.08.16 - 08:06
Il calo semestrale del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2015 è dovuto alla situazione volatile del mercato nelle operazioni di negoziazione. La Brexit ha poi eroso i tassi già estremamente bassi
Raiffeisen fa utile, nonostante la volatilità dei mercati
Il calo semestrale del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2015 è dovuto alla situazione volatile del mercato nelle operazioni di negoziazione. La Brexit ha poi eroso i tassi già estremamente bassi

SAN GALLO - Raiffeisen nel primo semestre ha realizzato un utile di 367 milioni di franchi, in calo del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. La contrazione dell'utile è dovuta in particolare alla situazione volatile del mercato nelle operazioni di negoziazione e a sostanziosi investimenti, indica una nota odierna del terzo gruppo bancario elvetico.

L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea (Ue), la cosiddetta Brexit, ha poi eroso ulteriormente i tassi già estremamente bassi. L'attività di base del gruppo (core business), nonostante il difficile contesto, ha comunque avuto un andamento positivo, sottolinea il comunicato.

L'attuazione delle iniziative strategiche di Raiffeisen ha causato un notevole aumento dei costi di esercizio (+5,4%). Questi investimenti concernono in particolare l'introduzione dell'ipoteca on line e una soluzione di Mobile-Payment.

I proventi da operazioni su interesse hanno registrato una progressione dell'1,5% a 1,1 miliardi di franchi. In questo settore la crescita ha superato gli obiettivi soprattutto nelle città e negli agglomerati, "aree nelle quali Raiffeisen tradizionalmente non è molto radicata".

"Raiffeisen consoliderà il suo forte posizionamento nelle operazioni su interessi. Questa fonte di ricavi sarà per noi di gran lunga la più importante anche in futuro", sottolinea Patrik Gisel, presidente della direzione, citato nella nota.

Il Ceo ritiene un segnale positivo il fatto che Raiffeisen negli ultimi anni sia riuscita a ridurre continuamente la sua dipendenza dalle operazioni su interessi. "Nel frattempo mettiamo a disposizione dei nostri clienti un'offerta di servizi più ampia, grazie alle precedenti misure di diversificazione".

Globalmente i ricavi operativi delle attività bancarie sono ammontati a 1,522 miliardi di franchi, in progressione dell'1%. Dal canto suo il risultato da operazioni in commissione e prestazioni di servizio ha registrato un incremento del 3,1%. Nelle operazioni di negoziazione sono invece state registrate sensibili perdite, con un -12,5%.

Rispetto a fine dicembre, il totale di bilancio è cresciuto del 3,8% a 213,5 miliardi di franchi, con una progressione delle operazioni ipotecarie (+2,2%) superiore al mercato. Il patrimonio in gestione è aumentato dell'1,4%, raggiungendo 211,7 miliardi il 30 giugno.

Nel primo semestre il numero di agenzie è passato da 994 a 977, nel rispetto della strategia di fusione annunciata in febbraio. Quest'ultima prevede la chiusura di un massimo di 250 siti locali in cinque anni, senza riduzione dell'organico.

Lo sviluppo del nuovo sistema bancario di base e l'acquisto della banca La Roche, effettuato l'anno scorso, hanno determinato rispetto all'esercizio precedente un aumento dell'effettivo a 9315 posti a tempo pieno (+0,3%).

Globalmente nei primi sei mesi del 2016 il gruppo ha registrato un afflusso netto di denaro di 3,4 miliardi di franchi, anche se a livello della banca privata si registrano uscite. La redditività della filiale Notenstein La Roche si è sensibilmente degradata a causa di ammortamenti di goodwill, indica il rapporto del primo semestre.

L'utile nei primi sei mesi dell'entità privata, integrata a Raiffeisen dallo scorso novembre, è diminuito di quasi la metà a 8,3 milioni di franchi. Il gruppo tiene a Notenstein La Roche e conta di investire per migliorarne la redditività, ha affermato Gisel in una conferenza telefonica.

Dal primo luglio valgono le nuove disposizioni too big to fail, per prevenire situazioni insostenibili di banche con impatto sistemico, della Legge sulle banche e dell'Ordinanza sui fondi propri. Per Raiffeisen, si legge nella nota, sono stati ridefiniti i requisiti per la quota di capitale ponderata per il rischio e non ponderata (leverage ratio): la banca soddisfa i nuovi criteri già con una quota di capitale ponderata per il rischio del 16,1% (requisito: 14,4%) e con un leverage ratio del 6,7% (requisito: 4,625%) al 30 giugno 2016.

Durante la trasmissione del mezzogiorno Rendez-vous della radio svizzero tedesca SRF, Gisel ha comunque espresso critiche nei confronti dei requisiti voluti dall'Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) a partire dal 2017: in particolare il Ceo ha denunciato la mancanza di flessibilità in merito alla posizione del responsabile della gestione dei rischi, il CRO, che per la FINMA deve obbligatoriamente sedere nella direzione.

Su aspetti come questo, le banche di rilevanza sistemica - accanto a Raiffeisen, ci sono UBS, Credit Suisse, Banca cantonale di Zurigo e PostFinance - dovrebbero potersi organizzare autonomamente. Presso Raiffeisen attualmente il CRO è subordinato al responsabile delle finanze.

Più in generale, pur riconoscendo l'importanza di limitare i rischi, Gisel ha fatto notare che le regole non portano solo benefici. I costi che generano hanno svantaggi competitivi, ha detto.

Per l'esercizio in corso la banca si aspetta che la volatilità dei mercati finanziari prosegua e che ci sia un nuovo calo dei tassi d'interesse a lungo termine. Il contesto è inoltre complicato dalla Brexit e le spese continueranno a mantenersi a un livello elevato.

Di conseguenza Raiffeisen pensa di non poter ripetere i risultati record dell'anno scorso, ossia un utile di 808 milioni di franchi (+6,4%) e ricavi operativi di 3,02 miliardi (+6,6%). L'attività di base dovrebbe però conoscere un'evoluzione positiva.

 

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