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ITALIAIntesa fa utile miliardario, ma non basta

02.08.16 - 21:04
Nel giorno della pubblicazione dei risultati semestrale, che presentano un utile di 1,7 miliardi di euro, il titolo perde il 3,79% alla Borsa di Milano
Intesa fa utile miliardario, ma non basta
Nel giorno della pubblicazione dei risultati semestrale, che presentano un utile di 1,7 miliardi di euro, il titolo perde il 3,79% alla Borsa di Milano

MILANO - La banca Intesa Sanpaolo archivia i primi sei mesi con un utile netto di 1,7 miliardi, in calo del 14,8% rispetto a un anno fa e conferma il target di 3 miliardi di euro dividendi quest'anno.

L'amministratore delegato Carlo Messina guarda anche più avanti e si dice fiducioso in una cedola di 4 miliardi nel 2017, in linea col piano e grazie all'impegno personale a migliorare la redditività.

Nel commentare i dati (l'utile netto poteva essere di 1.810 milioni se non c'era il contributo 2016 al fondo di risoluzione, spesato tutto nel semestre) il banchiere parla di "risultati solidi e molto impegnativi", raggiunti per molti aspetti "superando gli obiettivi previsti dal piano, in un contesto di mercato particolarmente difficile".

Nel solo secondo trimestre, favorito dalla plusvalenza sulla vendita di Visa Europe, il risultato netto si colloca a 901 milioni (-2,1%), sopra le stime, grazie anche dall'aumento del 10,3% rispetto al primo trimestre delle commissioni a 1.848 milioni (ma il segno è negativo in confronto ai 1.941 milioni dell'analogo periodo 2015) in un gruppo che - sottolinea Messina - ormai realizza la metà dell'utile lordo dal wealth management (risparmio gestito e non solo) e può quindi aspettarsi di chiudere il 2016 con un risultato, anche dopo le imposte, in crescita rispetto all'esercizio passato.

Non c'è altra via per sostenere i ricavi, dato che i tassi di interesse ai minimi comprimono gli interessi netti (-5,6% a 3.686 milioni nel semestre, -1,3% a 1.831 milioni nel secondo trimestre). I proventi operativi netti si attestano così nel trimestre a 4.606 milioni (+2% sull'analogo periodo 2015) e nei sei mesi a 8.628 milioni (-5,6%). Restano stabili a 1,7 miliardi gli accantonamenti e le rettifiche di valore.

I risultati non bastano tuttavia a salvare in Borsa il titolo (-3,79%) dall'ondata di vendite che travolge le banche italiane. "Credo ci sia una percezione errata dalla situazione italiana. L'Italia è un paese in cui se si è una banca buona si può guadagnare. E noi ne siamo una dimostrazione" osserva il Ceo di Intesa, vincitrice tra le grandi banche europee negli stress test e con una solidità patrimoniale certificata da un Common equity ratio a fine giugno al 12,7% (13% a dicembre 2015).

A livello di sistema bancario, dopo aver messo a disposizione un miliardo per Atlante, Messina spera di non dover "entrare nella saga di Rambo, con Rambo 1, Rambo 2 e Rambo 3" con la moltiplicazione del fondo che, nella versione 'bis', è in campo per ripulire le sofferenze di Mps. "Con l'intervento del fondo Atlante e l'aumento di capitale Mps può diventare una banca normale, buona", afferma il manager.

Poi in risposta a un analista che gli domanda se il grado di copertura degli Npl di Siena possa fare da riferimento al mercato replica che "solo analisti poco intelligenti e la speculazione possono pensare di applicare gli stessi livelli di copertura di una banca in pre-risoluzione come Mps a quelli delle altre banche".

In Intesa il complesso dei crediti deteriorati ammonta a metà anno, al netto delle rettifiche di valore, a 32.352 milioni (-2,2% da fine dicembre) e i 15.159 milioni di sofferenze (da 14.973 milioni) hanno una copertura al 60,7% (61,8% a fine 2015).

ats ansa

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