Cerca e trova immobili

SVIZZERARingier lascia l'associazione degli editori svizzero-tedeschi

20.08.15 - 15:52
La decisione è motivata da "divergenze insormontabili con alcuni membri della presidenza dell'associazione"
Ringier lascia l'associazione degli editori svizzero-tedeschi
La decisione è motivata da "divergenze insormontabili con alcuni membri della presidenza dell'associazione"

ZURIGO - A causa di "divergenze insormontali", il gruppo mediatico Ringier ("Blick") lascia con effetto immediato l'associazione degli editori svizzero-tedeschi Schweizer Medien. La decisione è legata all'alleanza allacciata dal gruppo privato con SSR e Swisscom.

Pomo della discordia è la richiesta di Schweizer Medien di vietare ogni pubblicità su tutti canali della SSR. Ringier considera la proposta "troppo radicale", scrive oggi in una nota Marc Walder, il direttore del gruppo zurighese che è attivo in 14 paesi con un totale di 6'500 dipendenti.

L'origine dello scontro risale a lunedì scorso, quando Ringier, SSR e Swisscom hanno annunciato la creazione di una società comune che si occuperà della commercializzazione delle offerte mediatiche e del marketing. L'obiettivo dell'operazione è di rafforzare il mercato pubblicitario svizzero di fronte alla concorrenza di Google e Facebook.

In una reazione a caldo, Hanspeter Lebrument, presidente di Schweizer Medien, , aveva parlato tre giorni fa di una "soluzione innovatrice", ribadendo comunque la richiesta di vietare la pubblicità sui media online dell'ente radiotelevisivo.

A quanto si è appreso, gli animi si sarebbero riscaldati nel corso di una riunione organizzata in seguito all'annuncio dell'accordo a tre. Fino a spingere il rappresentante di Ringier a sbattere la porta per "divergenze insormontabili con alcuni membri della presidenza Schweizer Medien".

"È inaccettabile che la Confederazione - attraverso la SSR che è finanziata dal canone e attraverso Swisscom che controlla per il 51% - intervenga nel settore dei media dove la concorrenza è già distorta", scrive oggi Schweizer Medien. Secondo gli editori, "è proprio perché le quote di mercato di Google e Facebook sono in crescita che Berna dovrebbe evitare di indebolire condizioni per l'esistenza dei media privati".

Schweizer Medien se la prende nella nota in particolare con la SSR: l'azienda di servizio pubblico dovrebbe a suo avviso concentrarsi sulle attività di base utili alla democrazia, ossia sulla radio e la televisione. In un simile contesto, gli editori non ritengono che l'ente debba beneficiare dei proventi della pubblicità.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE