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STATI UNITINon varia il costo del denaro

29.07.15 - 21:19
La Fed lascia invariato il tasso tra lo 0 e lo 0,25%, ma apre alla possibilità di una stretta da settembre, nonostante la bassa inflazione
Non varia il costo del denaro
La Fed lascia invariato il tasso tra lo 0 e lo 0,25%, ma apre alla possibilità di una stretta da settembre, nonostante la bassa inflazione

WASHINGTON - La Fed si lascia tutte le opzioni aperte per il primo aumento dei tassi di interesse dal 2006. La banca centrale americana lascia invariato il costo del denaro fra lo 0 e lo 0,25% - livello che mantiene dal dicembre 2008 -, ma osserva un miglioramento del mercato del lavoro. Un'affermazione che conferma la possibilità di una stretta a settembre, nonostante le preoccupazioni su una bassa inflazione.

Dal comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione non trapela alcuna indicazione sulla tempistica della stretta, tanto che alcuni osservatori parlano di comunicato da 'poker face'. Prima della fine dell'anno ci sono altre tre riunioni ufficiali per agire, e il prossimo appuntamento per la Fed è quello del 16-17 settembre, considerato da più parti quello della 'svolta', ovvero del primo aumento dei tassi.

"Il mercato del lavoro continua a migliorare, con il calo della disoccupazione. Il settore immobiliare mostra ulteriori segnali di miglioramento" afferma la Fed, sottolineando che per una stretta c'è bisogno di "alcuni ulteriori miglioramenti del mercato del lavoro".

La Fed si dice "ragionevolmente fiduciosa" sul fatto che l'inflazione di muoverà verso l'obiettivo del 2% nel medio termine. I rischi alle prospettive per l'economia e il mercato del lavoro sono "quasi bilanciati". Il comunicato e la decisione di mantenere i tassi invariati sono stati approvati all'unanimità: è la quinta riunione che si chiude con tutti i governatori d'accordo.

All'appuntamento di settembre mancano altre due rilevazioni sul mercato del lavoro: con più dati in mano la Fed avrà un quadro più chiaro su come agire e deciderà con più elementi. Janet Yellen ha più volte ribadito che ogni decisione sarà presa sulla base dei dati, un approccio condiviso dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde.

Guardando a una possibile stretta, Lagarde ha definito la posizione dei paesi emergenti più solida rispetto a un eventuale aumento dei tassi. Quindi anche se si potrebbe assistere a una certa volatilità, lo spettro di quanto accaduto con il 'taper tantrum' non sembra non potersi ripetere.

Le valute delle economie emergenti sono però sotto pressione, con il rallentamento della Cina e i timori di un rialzo della Fed.

ats ansa

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