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Il ruolo anticrisi delle banche centrali Le banche centrali hanno fatto ciò che era necessario e continueranno a farlo, spiega il vicepresidente della BNS Jean-Pierre Danthine
MARTIGNY - La crisi finanziaria ha costretto le banche centrali a concentrasi maggiormente sulla prevenzione delle crisi piuttosto che sulla loro gestione. È quanto dichiarato oggi dal vicepresidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Jean-Pierre Danthine a Martigny, in occasione della Fiera del Vallese.
Mediante l'adozione di nuove misure regolatorie per evitare ulteriori crisi, le banche centrali hanno fatto ciò che era necessario e continueranno a farlo, ha sottolineato Danthine.
Quest'ultimo ha respinto i rimproveri di coloro che rinfacciano alle banche di emissione un ruolo troppo importante nel nuovo quadro normativo. Per il vice presidente della BNS "sarebbe irresponsabile non affrontare direttamente i rischi sistemici per prevenire futuri sconquassi del sistema finanziario".
La BNS si è vista affidare nuove competenze, come individuare le banche a rischio sistemico, ossia in grado di mettere in ginocchio l'economia di un paese in caso di grave crisi. Inoltre, ha ricordato Danthine, la BNS è responsabile della sorveglianza continua dei rischi ciclici. In questo caso, l'istituto centrale "propone al Consiglio federale di attivare le misure anticicliche dei fondi propri e ne determina il livello".
A detta dell'alto funzionario, la necessità di intervenire nella gestione delle crisi diminuirà se la banche centrali riusciranno a contrastare con efficacia il rischio sistemico.
La banche centrali hanno fatto ricorso a un ampio ventaglio di strumenti per controllare la crisi finanziaria. La BNS ha per esempio fissato un corso minimo con l'euro nel settembre 2011, "ciò che ha consentito di ridurre il pericolo di deflazione".
Ats
