La progressione più forte, si legge nel rapporto, quest'anno è stata compiuta dall'Indonesia, avanzata di 12 posti fino alla 38esima posizione. Tra i paesi emergenti la Cina è 29esima (invariata), il Sudafrica 53esimo (-1), il Brasile 56esimo (-8), l'India 60esima (-1) e la Russia 64esima (+3). Sui 148 paesi presi in considerazione, ultimi in classifica sono il Burundi, la Guinea e, ultimo, il Ciad.
Secondo il WEF, in Europa gli sforzi per lottare contro l'indebitamento pubblico e la crisi dell'euro hanno distolto l'attenzione dai problemi strutturali della competitività. Esso raccomanda ai paesi del sud del continente - Spagna (35esima, +1), Italia (49esima, -7), Portogallo (51esimo, -2) e Grecia (91esima, +5) - di rimediare alla mancanza di efficienza e di flessibilità dei loro mercati e di migliorare l'accesso al finanziamento della competitività.
La Svizzera è riuscita a mantenersi al primo rango grazie alla sua buona performance nei 12 indicatori principali considerati dal WEF. I punti forti sono la capacità di innovazione, il sistema educativo e gli istituti di ricerca, le istituzioni pubbliche tra le più efficienti e trasparenti al mondo, le eccellenti infrastrutture nonché mercati finanziari e mondo del lavoro funzionanti.
"L'ambiente macroeconomico della Svizzera è uno dei più stabili al mondo, mentre molti dei paesi vicini sono confrontati a difficoltà", sottolineano gli autori del rapporto. Essi rilevano anche la qualità dei prodotti elvetici e la diversità dei servizi, che hanno permesso di compensare il vigore del franco. Il settore bancario si adatta peraltro rapidamente al cambiamento della realtà.
Il WEF critica per contro un'agricoltura troppo protetta, con costi che collocano la Confederazione solo al 75 rango in questo ambito. Esso raccomanda anche di accrescere la partecipazione dei giovani all'università e delle donne all'economia, due punti deboli della Svizzera.
Persistono comunque dei rischi, viene affermato menzionando la forte dipendenza del settore finanziario elvetico dal resto del mondo e l'elevato tasso di indebitamento ipotecario. "È importante che la Svizzera continui a rafforzare i suoi assi nella manica ed eviti un eccesso di regolamentazione e protezionismo", conclude il WEF.