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BERLINOCrisi: PIL tedesco cresce ma industria fa fatica

23.08.12 - 21:44
Crisi: PIL tedesco cresce ma industria fa fatica
BERLINO - Il Pil in crescita (+0,3%), nonostante la crisi, nel secondo trimestre, e la Germania può contare su un avanzo pubblico di 8,3 miliardi di euro: non accadeva dal 2008 che le entrate statali superassero le spese. Numeri insomma da far invidia a mezza Europa. Eppure la corsa della locomotiva tedesca rallenta. La crisi frena visibilmente l'industria, aumentano i casi di insolvenze e ridimensionamenti. Talvolta clamorosi come quelli annunciati da Opel e Siemens.

Diversi economisti mettono dunque in guardia. È vero che, grazie alle buone condizioni del mercato del lavoro, sono aumentate le entrate fiscali (+3,8% nei primi sei mesi del 2012) e i contributi sociali (+2,8%). Ma lo slancio non durerà: diversi indicatori già segnalano un indebolimento della congiuntura per i prossimi mesi. L'aumento delle entrate statali ha già rallentato (+2,9% rispetto al +7,3% dell'analogo periodo nel 2011). E le spese sociali sono destinate ad aumentare. Inoltre si è registrato il calo improvviso dell'indice pmi dei servizi: ad agosto a 48,3 punti, dai 50,3 del mese precedente.

Il clima insomma non è di quelli per cui ci si possa adagiare sugli allori. Proprio oggi la casa automobilistica Opel ha annunciato la 'settimana cortà per migliaia di dipendenti, che vedranno alleggerirsi la busta paga del 6% da settembre. Mentre il numero uno della Siemens ha tentato di replicare alle indiscrezioni su un programma di ristrutturazione che a partire dall'autunno dovrebbe portare al taglio di circa 10 mila posti di lavoro. Peter Loescher ha sostenuto che l'impostazione del gruppo di Monaco non è mai stata basata sui licenziamenti. Ma non ha affatto escluso che vi saranno cambiamenti strutturali in vista. Si allunga dunque l'elenco delle imprese che annunciano tagli e drastici ridimensionamenti: da Karstadt a Rwe, a Duetsche Bank.

Ed è ancora fresco il trauma del fallimento del colosso delle vendite per corrispondenza Neckermann, come lo psicodramma nazionale vissuto per le dipendenti della catena di drogherie di Schlecker. Risale a meno di un mese fa, inoltre, l'avvertimento lanciato da un'agenzia di informazioni economiche, Credireform, secondo la quale a causa dell'aumento dei casi di insolvenza nel 2012 sono a rischio ben 300 mila posti di lavoro in Germania, il 27% in più del rispetto all'anno scorso. È in questo scenario complessivo che si spiega la diffidenza della stampa tedesca riservata ai buoni risultati dell'esecutivo Merkel. Spiegel on line, ad esempio, titola oggi: "l'illusorio miracolo di bilancio di Schaeuble".

ATS
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