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SVIZZERA / GERMANIAAccordi fiscali e l'impresa (impossibile) di Widmer-Schlumpf

13.08.12 - 19:17
Con la sua strategia del denaro pulito, la Consigliera federale sta tentando di rilanciare l'immagine della piazza finanziaria all'estero. Dalla Germania, però, i segnali non sono incoraggianti
Foto d'archivio (Keystone)
Accordi fiscali e l'impresa (impossibile) di Widmer-Schlumpf
Con la sua strategia del denaro pulito, la Consigliera federale sta tentando di rilanciare l'immagine della piazza finanziaria all'estero. Dalla Germania, però, i segnali non sono incoraggianti

BERNA - Tempi duri per la piazza finanziaria svizzera. Nonostante tutti gli sforzi di un cambio d'immagine, per molti tedeschi la Svizzera resta il paese delle banche abili, grazie al segreto bancario, a nascondere i soldi dei criminali e dei dittatori e disponibili ad aiutare i disonesti ad evadere il fisco. Un brutto colpo per Eveline Widmer-Schlumpf, impegnata in prima persona nel faticoso e arduo lavoro di restauro dell'immagine della Svizzera all'estero a partire dalla "strategia del denaro pulito", è la recente dichiarazione del numero uno della SPD, Sigmar Gabriel, che ha paragonato le banche svizzere alla mafia.

I luoghi comuni - Un nostro lettore ci ha raccontato che nel 2011, durante le settimane in cui a dominare la discussione politica era il tema dei fondi evasi trasferiti illegalmente in Svizzera, si trovava in Germania del Sud, nel Baden-Württemberg, a trascorrere qualche giorno di vacanza. Fermo accanto alla sua auto, si è visto arrivare un gruppo di giovani di passaggio. Vista la targa svizzera (in questo caso ticinese), uno di essi si è rivolto a lui e gli ha detto con sarcasmo: "Oh, dalla ricca Svizzera. Facile, chissà quanti soldi nostri ci sono nelle vostre banche".

La minaccia di nuovi acquisti di Cd - Il solito luogo comune. Duro a morire. E che la SPD sta cercando ora di usare come strumento elettorale. Walter Borjans, il ministro delle finanze del Land più popoloso della Germania, il Nord-Reno Vestfalia (17 milioni di abitanti), questa mattina ha minacciato di acquistare ulteriori cd-rom contenenti i dati di evasori tedeschi in Svizzera. "Se ho buoni motivi e indizi validi per ritenere che il materiale offerto ci possa essere di aiuto, non impedirei l'acquisto di ulteriori Cd" ha detto Borjans al quotidiano "Rheinischen Post".
"Dopo tutto, quello che sento è che ci sono ulteriori dati molto validi, che potrebbero essere acquistati" ha aggiunto. Sulle critiche in Svizzera scaturitesi dall'atteggiamento del ministro di Düsseldorf, è lo stesso Walter Borjans ad annunciare un incontro con l'ambasciatore svizzero entro la fine della settimana.

Accordi non rinegoziabili - E mentre in Germania, a parte colpi di scena, l'accordo fiscale tra i due paesi verrà sicuramente bocciato, in Svizzera si ribadisce l'impossibilità di rinegoziare il trattato. Mario Tuor, segretario di Stato delle finanze ha, infatti, dichiarato che "se la Germania non voterà l'accordo nella formula attuale, non ci sarà più accordo". La SPD, infatti, punta alla rinegoziazione dopo le elezioni dell'autunno del 2013. 

La smentita svizzera -  L'accusa nei confronti delle banche svizzere giunta dalla Germania, consistente nell'aiutare gli evasori tedeschi a evadere il fisco prima che entri in vigore l'accordo, attraverso il trasferimento dei patrimoni dalla Svizzera verso Singapore, viene smentita dalla consigliera federale Widmer-Schlumpf. In Germania, tuttavia, la credono in pochi e il governo dice di non esserne al corrente. Il professor Wolfgang Joecks dell'Università di Greifswald, contattato dalla Baz.ch/Newsnet, fa capire che il metodo del trasferimento dei conti dalla Svizzera a Singapore non è proprio una novità dell'ultim'ora. "E questo è soltanto uno dei problemi dell'accordo". Secondo il professore, infatti, l'accordo siglato dai due governi non ha nessuna possibilità di entrare in vigore. L'accordo sarebbe anticostituzionale: "Quando si rinuncia a punire gli evasori, bisogna garantire che la tassazione venga assicurata. E con l'accordo attuale questo criterio non viene rispettato".

Lo spettro del ricorso alla Corte costituzionale tedesca - Il professore aggiunge inoltre che, anche se dovesse essere votato dalle due camere in parlamento, l'accordo incontrerebbe un altro ostacolo. La sinistra avrebbe già annunciato di rivolgersi alla Corte Costituzionale per esaminare la costituzionalità dell'accordo. Inoltre l'esperto di diritto tributario è convinto che la Svizzera, nonostante ora neghi la possibilità di una nuova rinegoziazione, tornerà a trattare con la Germania, così come ha fatto con gli Stati Uniti.

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