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SVIZZERA / STATI UNITIDipendente Credit Suisse denuncia penalmente la consegna dei dati agli Stati Uniti

07.08.12 - 11:37
Anche altri istituti bancari potrebbero prendere provvedimenti legali
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Dipendente Credit Suisse denuncia penalmente la consegna dei dati agli Stati Uniti
Anche altri istituti bancari potrebbero prendere provvedimenti legali

BERNA - Ancora un'azione legale legata alla consegna agli Stati Uniti di dati riguardanti impiegati di banca: un dipendente di Credit Suisse ha inoltrato denuncia penale presso il Ministero pubblico della Confederazione, ha annunciato il suo avvocato ginevrino, Alec Reymond, ieri sulle onde della radio romanda RTS.

Presso un tribunale di Ginevra è stato inoltre presentato un esposto mirante alla consegna di documenti e altre informazioni: il legale vuole in particolare accedere all'autorizzazione scritta del Consiglio federale con la quale il governo aveva dato il via libera alle banche per fornire agli Usa i dati. Come noto si parla fra l'altro di mail in cui figurano pure i nomi dei dipendenti degli istituti, alcuni dei quali si vedono quindi ora praticamente impossibilitati a recarsi negli Stati Uniti per paura di essere perseguiti per complicità in evasione fiscale.

Sempre stando a Reymond nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sono da attendersi ulteriori passi giuridici, anche perché si stanno muovendo diversi altri bancari. In maggio aveva sporto denuncia un ex quadro della HSBC Private Bank (Suisse) a Ginevra, mentre altri dipendenti di Credit Suisse e HSBC hanno chiesto l'intervento dei giudici per consultare i documenti che li riguardano e l'autorizzazione del governo.

Intanto però Credit Suisse respinge ogni critica e fa riferimento una volta ancora alla decisione del Consiglio federale dell'aprile scorso. In una presa di posizione diramata ieri sera la banca afferma di aver analizzato a fondo il quadro giuridico, sia insieme alle Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), sia con l'Autorità di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA). È così emerso che "la cooperazione è lecita".

L'istituto sottolinea inoltre che dall'inizio di aprile 2012 "nessun collaboratore di banca svizzero è stato più incriminato negli Usa". Il passaggio dei dati è anche "nell'interesse dei dipendenti", che possono così fornire il loro contributo "all'allentamento della situazione".

La grande maggioranza degli impiegati di Credit Suisse si è attenuta alle legge e alle normative interne e non ha nulla da temere, anche se vede il suo nome apparire nei documenti finiti negli Usa. Il personale è stato più volte informato in questo senso e per la stragrande maggioranza ciò ha portato a una "valutazione realistica della situazione", scrive il portavoce Marc Dosch.

Ats

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