Rajoy, in vista del braccio di ferro con Berlino che si profila al consiglio europeo di fine mese, si rivolge direttamente ai vertici di Bruxelles con una lettera dai toni ultimativi: "l'euro è a rischio" - dice - e oggi "l'unica istituzione che abbia la capacità di assicurare condizioni di stabilità e liquidità è la Banca centrale europea". Mentre Parigi va alla carica con un "piano" di stabilità finanziaria che punta a un accordo per l'unione bancaria al vertice di fine mese, Rajoy esce allo scoperto. E lo fa con un ennesimo piano che ricalca, in alcuni punti, le proposte francesi. Lo stesso Eliseo - che propone sorveglianza bancaria affidata alla Bce, con ricapitalizzazioni affidate direttamente al fondo salva-Stati Esm che avrebbe accesso ai fondi dell'Eurotower - non a caso sostiene di avere il sostegno di Roma e Madrid.
In una lettera al presidente del consiglio Ue Hermann Van Rompuy e a quello della Commissione Manuel Barroso, il leader spagnolo chiede all'Europa di agire "con urgenza" per stabilizzare i mercati e ridurre i premi di rischio". Una strategia che, come accaduto nel caso di molte proposte degli ultimi mesi direttamente rispedite al mittente da Berlino, passa direttamente dalla Bce come garante della stabilità finanziaria. Un appello che sembra puntare sulla ripresa degli acquisti diretti di titoli di Stato che l'Eurotower ha messo nel freezer da quattro mesi e che vedono fortemente contraria la Bundesbank tedesca.
La strategia di Rajoy, che si dice disponibile al progetto di unione fiscale chiesto da Berlino, aumenta il pressing sull'Europa, ma toglie anche un po' di pressione politica interna sulla gestione della crisi bancaria da parte del governo conservatore di Madrid, pressato dall'opposizione a riconoscere che la Spagna ha dovuto subire l'onta di un "salvataggio" che il governo si rifiuta di chiamare tale. Pressato dall'opposizione in Parlamento, Rajoy si è detto "molto soddisfatto" per l'aiuto europeo ma ha sottolineato che il prestito da 100 miliardi promesso dall'Europa al governo "é per le banche e lo pagheranno le banche", e del resto "tutti gli Stati europei hanno aiutato le proprie banche".