Tra il primo e il 28 agosto, l'istituto di ricerche gfs.berna ha interpellato un campione rappresentativo di 1000 aventi diritto di voto di tutta la Svizzera, chiedendo quali fossero le loro maggiori paure. È risultato che la scala delle preoccupazioni quest'anno è segnata in modo molto più marcato da questioni economiche fondamentali. Allo stesso tempo la maggioranza degli intervistati giudica positivamente la propria situazione economica e ha fiducia che l'economia possa superare le sfide imminenti. Tematiche come la sicurezza sociale e il sistema sanitario, per contro, sono passate un po' in secondo piano.
Pur restando l'angustia principale, la disoccupazione è stata menzionata come problema più importante della Svizzera solo dal 52% degli interpellati, ossia ben 24 punti percentuali in meno rispetto al 2010. Al secondo posto del "barometro delle apprensioni", c'è il tema degli stranieri, citato dal 36% degli intervistati (+5 punti), come nel 2007, che era pure un anno di elezioni federali. È però l'andamento economico ad avere riscontrato la maggior crescita delle preoccupazioni: dal 12% al 35%. Il 30% cita poi la crisi finanziaria e una regolamentazione dei relativi mercati come una delle preoccupazioni principali (+17 punti).
Anche nella valutazione dei problemi da risolvere con maggiore urgenza si conferma l'attuale prevalenza delle apprensioni economiche: i primi tre posti sono occupati dall'andamento congiunturale, dalla disoccupazione e dalle questioni legate ai mercati finanziari.
Ai minimi storici, invece, i timori per l'AVS. Malgrado a livello politico non sia ancora stata trovata una soluzione, la previdenza per la vecchiaia è stata citata come preoccupazione solo dal 27% degli interpellati, a fronte di un 45% nel 2010 e un 36% nel 2009. In deciso calo anche i timori inerenti alla sanità (dal 41% del 2010 al 30%) e alla sicurezza sociale (dal 37% al 26%). Rispetto ad un anno fa, non figurano più nelle prime dieci apprensioni l'integrazione europea (dal 23% al 14%) e la protezione dell'ambiente (dal 18% al 16%).
Malgrado le valutazioni più pessimistiche dell'ambito economico generale, la situazione economica personale è però ritenuta positiva: il 54% degli svizzeri la giudica da buona a ottima, il 37% discreta, e solo il 7% la ritiene precaria. Queste percentuali sono per altro soggette solo a minime oscillazioni nel corso del tempo. E pure la fiducia nell'economia si mantiene intatta. Una maggioranza relativamente stabile degli interpellati (41%) ritiene che essa fallisca solo di rado nelle questioni fondamentali, mentre il 35% pensa che lo faccia spesso.
In generale la fiducia dei cittadini nella maggior parte dei soggetti politici, economici e sociali è calata rispetto al 2010 e i valori sono tornati vicini a quelli del 2009. Nel 2011 è il Tribunale federale a riscuotere la maggior fiducia (66%, -6 punti percentuali), seguito dai sindacati (64%, saliti dal 14° al 2° posto, con +11 punti). Al terzo rango (62%) si trovano appaiati i giornali a pagamento (-4) e le organizzazioni padronali, (+16). L'ultima posizione è occupata dall'Unione Europea (20%, -14 punti). Secondo gli autori del sondaggio, il marcato calo di fiducia è presumibilmente da imputare alla crisi dell'euro.