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SVIZZERA/STATI UNITIUltimatum alla Svizzera, gli Stati Uniti puntano su dieci banche

04.09.11 - 17:44
Henning:"Non si accontenteranno di ottenere meno che nel caso UBS"
Foto Archivio Keystone
Ultimatum alla Svizzera, gli Stati Uniti puntano su dieci banche
Henning:"Non si accontenteranno di ottenere meno che nel caso UBS"

BERNA - In una lettera gli Stati Uniti hanno posto un ultimatum alla Svizzera: entro martedì dovrà fornire informazioni dettagliate sui conti detenuti da clienti americani di almeno dieci banche svizzere, tra cui il Credit Suisse, sospettate di evadere il fisco, altrimenti sarà avviata un'azione penale contro uno o più istituti. In cambio gli USA sarebbero disposti a valutare una proposta di compromesso delle autorità elvetiche, riferiscono oggi la "SonntagsZeitung" e la "NZZ am Sonntag".

Le autorità statunitensi vogliono scoprire se gli istituti abbiano aiutato cittadini americani ad evadere il fisco. Oltre al Credit Suisse nel mirino della giustizia a stelle e strisce sarebbero finite, tra le altre, le banche private Julius Bär e Wegelin così come quelle cantonali di Zurigo e Basilea, scrive la "Sonntagszeitung" richiamandosi a fonti vicine alle trattative.

La lettera è stata inviata il 31 agosto dal vicesegretario alla giustizia James Cole al segretario di Stato Michael Ambühl per le questioni finanziarie internazionali. Stando al domenicale gli Stati Uniti si attendono dalle banche in questione informazioni dettagliate sui loro clienti americani e i rispettivi patrimoni.

Idealmente gli USA vorrebbero ricevere i nomi di tutti i clienti privati e delle fondazioni con almeno 50'000 dollari sul conto tra il 2002 e il luglio 2010. Ciò significherebbe migliaia di conti, molti di più di quanti la Svizzera abbia fornito nell'ambito dell'accordo riveduto di doppia imposizione con Washington approvato nel 2009 ma non ancora ratificato dal Senato americano. Allora UBS pagò 780 milioni di dollari per mettere fine al contenzioso. Inoltre fornì i dati di circa 4'450 titolari di conti.

Stando al domenicale, Mario Tuor, portavoce della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), non ha voluto commentare la lettera e si è limitato a dire che la Svizzera è in contatto con gli Stati Uniti: "stiamo cercando una soluzione sulla base delle leggi esistenti". Oggi l'ats non è stata in grado di raggiungere Tuor.

"Non si accontenteranno di ottenere meno che nel caso UBS", ha affermato l'ex investigatore del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Peter Henning, citato dalla "NZZ am Sonntag". Egli ha aggiunto che l'agenzia americana delle entrate fiscali (IRS, Internal Revenue Service) si sente ingannata perché molti clienti di UBS hanno spostato i propri patrimoni su banche svizzere più piccole invece di dichiararli.

Henning ha pure sostenuto che probabilmente gli Stati Uniti farebbero piuttosto causa contro una banca di dimensioni più piccole che contro Credit Suisse, perché sarebbe troppo critico per il sistema finanziario globale.

Un'azione legale "verrebbe a costare molto di più che nel caso UBS", ha dichiarato una fonte bancaria alla "SonntagsZeitung". "Ci aspettiamo che le banche svizzere debbano pagare fino a due miliardi di franchi e consegnare molti più dati di clienti che UBS."

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