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STATI UNITIObama sotto pressione, vertice al Pentagono

08.10.14 - 22:03
Il New York Times: "La Siria sarà il Vietnam di Obama?"
Foto Keystone
Obama sotto pressione, vertice al Pentagono
Il New York Times: "La Siria sarà il Vietnam di Obama?"

WASHINGTON - A due mesi esatti dai primi raid aerei americani contro le postazioni dell'Isis, aumentano le pressioni sul Commander in Chief, il presidente Barack Obama, che riunisce i massimi vertici militari per fare il punto della situazione, mentre i caccia Usa intensificano i bombardamenti contro i jihadisti che assediano la città curda di Kobane, al confine con la Turchia, pur nella consapevolezza che non saranno sufficienti a salvarla.

Ma allo stesso tempo, l'amministrazione Obama lascia trapelare la sua "frustrazione" per l'inazione di Ankara, e il New York Times pubblica un commento dal titolo: "La Siria sarà il Vietnam di Obama?", mentre da giorni la stampa Usa insiste sul fatto che dopo centinaia di raid aerei, sia in Siria che in Iraq, i risultati sembrano alquanto scarsi, come dimostra proprio l'assedio di Kobane.

L'ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, oggi ha dovuto ammettere che i raid aerei da soli non riusciranno a "salvare" la città. "Stiamo facendo tutto ciò che possiamo", ha aggiunto.

Ma questa non è una delle maggiori preoccupazioni degli Usa. L'obiettivo principale della strategia americana, affermano alcune fonti, non è quella di difendere le città siriane, ma di azzerare la leadership dello Stato Islamico, e colpire le sue risorse finanziarie.

Certo, se dopo oltre 270 raid aerei in Iraq e 120 in Siria la città curda dovesse essere espugnata dai jihadisti, il colpo sarebbe duro. Per questo, l'amministrazione Obama vorrebbe vedere il governo turco più impegnato. Ankara "sta inventando ragioni per non intervenire", affermano alti funzionari Usa, sottolineando che la Turchia si trova ad "un tiro di schioppo" dal fronte, e potrebbe colpire quantomeno con l'artiglieria, se non vuole mandare truppe di terra. Ma le truppe di terra sono proprio quelle che farebbero la differenza.

Il Pentagono lo ha detto più volte, e per questo sta addestrando in maniera più intensiva possibile i militari iracheni e anche le forze dell'opposizione siriana. Ma ci vuole tempo. "Potrebbero essere necessari anni", secondo la previsione del generale a riposo John Allen, nominato dal presidente inviato speciale per la Siria. Ed è per questo che il New York Times parla di possibile Vietnam di Obama.

Il giornale ricorda che 50 anni fa il presidente Lyndon Johnson autorizzò una campagna di bombardamenti strategici contro i nordvietnamiti, seguita dal dispiegamento di truppe e consiglieri militari. Ma Obama ha ripetutamente escluso la possibilità di "boots on the ground", ovvero di inviare truppe sul campo, e in questo quadro, come Commander in Chief, si ritrova a presiedere un difficile nuovo vertice di guerra, prima al Pentagono con la leadership militare e poi alla Casa Bianca con il Consiglio per la sicurezza nazionale.

ATS

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