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REPUBBLICA CECABabis in vantaggio, il governo sarà populista?

19.10.17 - 21:05
I Socialdemocratici (Cssd) e i Popolari (Kdu-Csl) di Pavel Belobradek, attuali partner di Ano 2011 al governo, non escludono di trattare col movimento, ma mettono un veto sul leader
Keystone
Babis in vantaggio, il governo sarà populista?
I Socialdemocratici (Cssd) e i Popolari (Kdu-Csl) di Pavel Belobradek, attuali partner di Ano 2011 al governo, non escludono di trattare col movimento, ma mettono un veto sul leader

PRAGA - La Repubblica Ceca potrebbe risvegliarsi con un possibile governo populista. Otto milioni e mezzo di cittadini cechi sono chiamati domani e sabato alle urne per eleggere i 200 deputati del Parlamento, in una partita elettorale che sembra già decisa: il magnate Andrej Babis è in netto vantaggio, e sembra destinato a espugnare il Paese col movimento populista Ano 2011, "Azione del cittadino scontento". Una vittoria che però potrebbe anche non consegnargli il governo a Praga.

Il clima politico, in cui questo notissimo imprenditore potrebbe prendere il potere, infatti, non gli è favorevole: il possibile vincitore appare isolato. L'opposizione è riuscita a creare un muro 'bipartisan' contro di lui, temendo che in gioco ci sia la stessa democrazia.

Ex ministro delle finanze ed ex vicepremier dell'attuale governo, Babis in maggio s'è visto revocare il mandato da parte del premier, Bohuslav Sobotka, per i sospetti di frode fiscale in operazioni finanziarie compiute, secondo l'accusa, attraverso obbligazioni della sua holding "Agrofert".

Malgrado il successo delle sue argomentazioni populiste ed euroscettiche, nel suo Paese è inviso a molti per l'evidente conflitto d'interessi, e preoccupa la concentrazione di potere economico, mediatico e politico nelle sue mani. Ma anche per le accuse che lo riguardano e per il suo passato nella polizia comunista cecoslovacca Stb.

Fra decine di partiti e movimenti, 8 sigle - stando ai sondaggi - supererebbero la soglia del 5%, necessaria per entrare in Parlamento. 'Ano 2011' di Babis è ritenuto il favorito con un 25% di voti accreditati. Ma contro questa più che probabile ipotesi si schierano i partiti tradizionali, da sinistra a destra. E secondo gli esperti, non è affatto certo che Babis riesca a trasformare l'eventuale vittoria in un governo di maggioranza o in un monocolore da lui guidato.

Per formare il governo, con molta probabilità, dovrà rivolgersi ad altri partiti, e trovare alleati non sarà facile. Sono escluse a priori le due formazioni di centrodestra Ods (Civici democratici) e Top 09. "Ano è per la democrazia più pericoloso che i comunisti", ha dichiarato il leader del Top 09 Miloslav Kalousek sul sito novinky.cz mettendo in guardia contro "oligarchizzazione e autocrazia" e la possibilità che la Repubblica ceca sia governato "come un'impresa".

I Socialdemocratici (Cssd), guidati dal ministro degli esteri Lubomir Zaoralek, e i Popolari (Kdu-Csl) di Pavel Belobradek, attuali partner di Ano 2011 al governo, non escludono di trattare col movimento, ma mettono un veto sul leader.

«Se vinceremo, vorrei governare io questo Paese», ha detto invece il magnate al settimanale Tyden. Lui stesso si dice contrario alla coalizione con comunisti (Kscm) ed estremisti del Partito della libertà e della democrazia diretta (Spd).

«Dateci il massimo dei voti, in modo che i partiti tradizionali non possano aggirarci», ha chiesto ai cechi, per poter sconfiggere quel «fronte democratico anti-Babis» composto da Top 09, Cssd, Kdu-Csl e Ods, che stando a qualche analista potrebbe metter su una grande coalizione, alternativa all'esecutivo targato Ano.

Top 09, un partito europeista, il cui numero 1 sulla lista dei candidati a Praga è l'ex ministro degli esteri Karel Schwarzenberg, mette in guardia anche dal rischio di una marginalizzazione nell'Ue. «Non voglio l'euro, non voglio farmi garante dei debiti greci, delle banche italiane», ha dichiarato Babis a giugno al quotidiano economico Hospodarske (Hn). «Non è possibile che Bruxelles ci dica chi deve vivere nel nostro Paese», ha detto anche, criticando la politica migratoria.

Babis ha comunque un forte alleato nel presidente Milos Zeman che, contando sul suo appoggio per la rielezione a gennaio 2018, è disposto a dargli l'incarico di formare il governo «anche se fosse sottoposto a un regime di custodia cautelare».

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