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FRANCIAFillon: «Non mi arrendo e non mi ritiro»

01.03.17 - 12:41
Il candidato della destra e la moglie Penelope hanno ricevuto una convocazione dei giudici rispettivamente per il 15 e 18 marzo
Fillon: «Non mi arrendo e non mi ritiro»
Il candidato della destra e la moglie Penelope hanno ricevuto una convocazione dei giudici rispettivamente per il 15 e 18 marzo

PARIGI - François e Penelope Fillon hanno entrambi ricevuto una convocazione dei giudici rispettivamente per il 15 e 18 marzo: è quanto scrive Le Figaro.

Questa mattina, il candidato della Destra travolto dal PenelopeGate ha parlato con i big del suo partito, inclusi Alain Juppé e Nicolas Sarkozy. «È il grande ritorno del piano B», commenta un dirigente dei Républicains, citato dal Figaro.

Nel corso di una conferenza stampa Fillon ha detto che non si lascerà intimidire dalle accuse, delle quali non riconosce la fondatezza, e che non si ritirerà dalla corsa all'Eliseo. «Non mi arrendo e non mi ritiro», ha affermato. Ha poi aggiunto che non i giudici ma «solo il suffragio universale» potrà decidere sul suo conto. «Sì, sono candidato alla presidenza della Repubblica», ha dichiarato.

Fillon ha poi confermato di aver ricevuto una convocazione dei giudici per il 15 marzo, due giorni prima del termine ultimo per le candidature presidenziali. Una decisione, per lui, «interamente calcolata» per «impedirmi di essere candidato». «Con questa scelta di calendario si assassina non solo me ma l'intera elezione presidenziale, è un omicidio politico». Quanto alla convocazione, «ci andrò», ha detto.

«Lo stato di diritto viene sistematicamente violato, la presunzione di innocenza è completamente scomparsa», ha aggiunto il candidato della destra francese alle presidenziali, tornando ad attaccare i giudici e i media nell'ultima dichiarazione alla stampa dal suo quartier generale di Parigi.

«Non cederò, non mi arrenderò, non mi ritirerò, andrò fino in fondo perché al di là della mia persona oggi è sfidata la democrazia. Vi chiedo di seguirmi, non si tratta di me, dei miei diritti o della presunzione di innocenza, ma di voi, la cui volontà sovrana non può essere annullata, annichilita, distrutta. Sarò all'appuntamento, l'appuntamento della democrazia», che è «l'unica» chiamata a decidere, ha concluso.

Le reazioni - Francois Fillon? «Mi sembra che le sue parole siano il segno di una perdita di nervi» e «di senso della realtà». Lo ha detto il candidato all'Eliseo del Movimento En Marche, Emmanuel Macron, rispondendo a una domanda sull'ultimo attacco ai giudici dello sfidante della Destra, Francois Fillon.

«I francesi sapranno giudicare, ma non diamo al voto democratico il ruolo dell'assoluzione, perché non è il suo ruolo», ha aggiunto. Poco prima, Fillon aveva detto che non i giudici, ma solo il popolo sovrano deciderà sul suo conto.

«Quelle di Fillon sono frasi di un'incredibile violenza nei confronti della giustizia e dei magistrati» ha invece dichiarato al quotidiano Le Monde Benoît Hamon, candidato dei socialisti alle presidenziali, che si trova oggi in Bretagna, nell'ovest della Francia. «Io voglio parlare della Francia delle soluzioni, lascio François Fillon e Marine Le Pen ai loro presunti complotti» ha aggiunto.

Per Jean-Luc Mélenchon, candidato della "France Insoumise", «sarebbe meglio forse che la destra si trovi un altro candidato. Provo quasi pena per i miei compatrioti che avrebbero diritto ad avere un candidato che possa essere presentabile», riporta il sito del Figaro.

«C'è qualcosa di folle in queste istituzioni che mettono il Paese intero nell'attesa delle decisioni di un uomo. Fillon chiede in qualche modo ai cittadini di votargli un'immunità. Non è il senso dell'elezione», ha concluso Mélenchon.

Le Maire lascia - L'ex ministro della destra, Bruno Le Maire, si dimette da tutte le sue funzioni nella campagna presidenziale di François Fillon. Dopo la sconfitta nelle primarie dei Républicains, Le Maire si era schierato al fianco di Fillon. Ma oggi, dopo l'ultima conferenza stampa del candidato travolto dal Penelopegate, ha deciso di lasciare.

In una nota diffusa nel primo pomeriggio a Parigi, Le Maire afferma: «Fillon ha affermato questa mattina che sarà convocato il 15 marzo dai giudici per essere posto sotto esame. Il 26 gennaio scorso, Fillon dichiarava ai francesi che davanti a una tale eventualità, avrebbe ritirato la sua candidatura alla presidenza della Repubblica francese. Credo al rispetto della parola data. È indispensabile alla credibilità della politica. È la condizione necessaria per condurre serenamente gli sforzi di risanamento della Francia».

Di qui, «in linea con i miei principi - annuncia Le Maire - mi dimetto dalle mie funzioni di rappresentante per gli affari europei e internazionali della campagna di Fillon. Continuo la lotta politica al servizio della Francia e dei francesi».

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