Cerca e trova immobili

FRANCIAContratto falso al Parlamento europeo per Marine Le Pen?

16.02.17 - 16:49
Dure accuse nei confronti della leader del Front national da parte di Marianne e Mediapart
Contratto falso al Parlamento europeo per Marine Le Pen?
Dure accuse nei confronti della leader del Front national da parte di Marianne e Mediapart

STRASBURGO - Marine Le Pen è accusata di aver firmato un contratto falso al Parlamento europeo. In particolare, Marianne e Mediapart rivelano un documento confidenziale trasmesso alla giustizia francese dall'Olaf - l'ufficio antifrode Ue - secondo cui la leader del Front national «ha prodotto al Parlamento europeo un contratto di lavoro apparentemente falso per l'impiego fittizio del signor Thierry Légier», la sua guardia del corpo personale.

L'Olaf conferma inoltre le irregolarità riguardanti la sua assistente, Catherine Griset.

Negli estratti del documento Olaf di 28 pagine si evidenziano, in particolare, le irregolarità legate al bodyguard di Le Pen, Thierry Légier e all'assistente Catherine Griset, per cui è confermata l'accusa di essere stata stipendiata con i soldi dei contribuenti europei quando invece lavorava per il partito in Francia.

Quanto a Légier, nel 2009 venne stipulato un «primo contratto di 4 mesi», seguito da un secondo dal primo ottobre al 31 dicembre 2011. All'epoca - scrive l'organismo nel documento confidenziale rivelato da Mediapart e Marianne - il guardaspalle di Le Pen «incassava una remunerazione mensile di 7.237 euro netti» per un contratto a tempo parziale equivalente a «9.649 euro a tempo pieno». Citati da Marianne, gli inquirenti Ue ritengono sia uno stipendio «estremamente elevato».

Del resto, Le Pen stessa avrebbe detto di non aver mai dato quei 41.500 euro (equivalenti a tre mesi di stipendio, da ottobre a dicembre) al suo fedelissimo bodyguard, ma di averli usati per mettersi in regola con il Parlamento europeo per risarcire vecchi impiegati, notizia che però l'Assemblea Ue smentisce. Di qui l'accusa di un contratto «apparentemente falso» che potrebbe comportare conseguenze penali.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE