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MANILA - Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha minacciato oggi di stracciare un patto di alleanza con gli Stati Uniti, che permette alle truppe americane una presenza nell'arcipelago per esercitazioni congiunte.
L'ultima uscita del controverso Duterte giunge in risposta alla prospettiva di un mancato rinnovamento del pacchetto di aiuti allo sviluppo da Washington, preoccupata delle violazioni dei diritti umani nella sanguinosa "guerra alla droga" lanciata dal leader di Manila.
Dal suo feudo di Davao, dov'è stato sindaco per oltre due decenni prima di diventare presidente quest'anno, Duterte ha commentato con un "bye bye America" la decisione di pochi giorni fa della Millennium Challenge Corporation - un'agenzia governativa di Washington - di rinviare il voto sul rinnovo del pacchetto di assistenza in attesa di una «ulteriore revisione delle preoccupazioni riguardo il rispetto delle leggi e delle libertà civili» nelle Filippine. Si calcola che sotto il suo governo negli ultimi sei mesi siano state uccise 6 mila persone nella lotta al narcotraffico.
Per quanto la decisione di cancellare l'assistenza non sia stata ancora presa, Duterte ha reagito con rabbia. «Da quel che capisco siamo stati esclusi. Bene così», ha detto con sarcasmo. «Possiamo sopravvivere senza i soldi americani. Ma l'America dovrebbe prepararsi a lasciare le Filippine e a un'eventuale abrogazione dell'Accordo sulle forze militari in visita», l'intesa del 1998 con la quale fu formalizzata la collaborazione militare con Washington.
