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UNIONE EUROPEASchengen rimane congelata per altri 3 mesi

25.10.16 - 21:55
Bruxelles raccomanda di mantenere per altri tre mesi i controlli già in atto ai confini di Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca
Schengen rimane congelata per altri 3 mesi
Bruxelles raccomanda di mantenere per altri tre mesi i controlli già in atto ai confini di Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca

BRUXELLES - Il ritorno alla piena funzionalità dell'area Schengen dovrà attendere. Il persistere di deficit nella gestione delle frontiere esterne impedisce l'uscita dalla situazione "eccezionale", avverte Bruxelles, che "raccomanda" di mantenere per altri tre mesi i controlli già in atto ai confini di Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca.

Le cancellerie dei cinque Paesi, con Berlino e Vienna in testa, da settimane erano in pressing su Commissione e Paesi partner per ottenere l'estensione, anche per evitare che i 60mila migranti rimasti intrappolati in Grecia possano raggiungere i loro territori.

L'Ungheria avvia invece i preparativi per la costruzione di una nuova barriera al confine meridionale con la Serbia. Tra i timori, anche quello che l'accordo con la Turchia possa non reggere e gli sbarchi dei profughi riprendano massicci verso le isole greche dell'Egeo.

Intanto l'Italia si sente sola di fronte agli sbarchi di migliaia di migranti. Ad oggi se ne contano quasi 154mila, con il sistema di accoglienza nazionale in una situazione esplosiva, la gente per strada pronta alle barricate ed i ricollocamenti che rispetto ai 39.600 previsti nei due anni non superano i 1391.

Sui trasferimenti da Italia e Grecia il commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos non esita a ribadire il suo "disappunto", invitando però i due Paesi a tenere duro, perché negli ultimi due mesi ci sono stati segnali positivi. Ma davanti a chi, come Ungheria e Slovacchia parla di solidarietà flessibile e sui ricollocamenti fa orecchie da mercante, il premier italiano Matteo Renzi minaccia il veto sul bilancio Ue, nel 2017, quando si giocherà la partita sul budget.

Nonostante questo scenario, nel presentare l'estensione dei controlli (che ora dovrà essere adottata dal Consiglio Ue, per un via libera che in questo caso è più formale che sostanziale) Avramopoulos ribadisce come il ritorno "al più presto" ad una Schengen normale sia una "priorità".

Nonostante gli "importanti passi" dei mesi scorsi per blindare i confini esterni (come il varo delle Guardie di frontiera Ue e l'intesa Ue-Turchia), ammette: "Ancora non ci siamo". E tuttavia le relazioni inviate a Bruxelles dalle cancellerie dei cinque Paesi indicano situazioni che non dovrebbero richiedere un'estensione oltre gennaio, quando cioè anche le guardie di frontiera Ue saranno pienamente operative, spiega, anche se il termine massimo consentito dall'articolo 29 del Codice Schengen, che regola questa situazione, è di due anni.

I controlli andranno avanti alle frontiere dell'Austria con quelle ungheresi e slovene; della Germania con l'Austria; della Danimarca con la Germania, e nei porti per i collegamenti con gli approdi tedeschi; della Svezia, nei porti nella regione Sud e Ovest e sull'Öresund bridge; in Norvegia, nei porti per i collegamenti con Danimarca, Germania e Svezia.

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