L'annuncio del premier fa infuriare le associazioni ambientaliste
MESSINA - Il premier italiano Matteo Renzi rilancia le grandi opere, con particolare riferimento al Ponte sullo Stretto di Messina per «togliere la Calabria dall'isolamento e far sì che la Sicilia sia più vicina» e la banda larga, facendo dell'Italia una "gigabyte society".
È quanto ha detto nel corso dell'incontro per i 110 anni di Salini-Impregilo. «Quello che chiedo a voi è che, finita la parte delle riforme, si possa tornare a progettare il futuro», ha aggiunto Renzi.
«Bisogna sbloccare i cantieri e serve la banda larga perché la rete di domani non sarà una diga in Italia né l'autostrada del Sole, ma la banda larga, la gigabyte society, la velocità».
«Bisogna poi continuare le grandi opere - ha scandito - dalla Bari-Lecce alla Napoli-Palermo, con il Ponte sullo Stretto, in un'operazione che sia utile, crei posti di lavoro e ci metta nelle condizioni di togliere l'isolamento della Calabria e avere la Sicilia più vicina». «Noi siamo pronti», ha detto citando anche la Variante di Valico ed il Terzo valico tra Liguria e Piemonte.
Ambientalisti contrari - Rilanciare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina «è sconsiderato», secondo il Wwf Italia, da sempre contrario a questa infrastruttura.
«Invece di pensare ad opere in perdita che graverebbero ulteriormente sui conti dissestati dello Stato - si legge in una nota - il presidente del Consiglio dovrebbe garantire il rispetto del decreto 187/2014 che ha portato ad avviare le procedure di liquidazione della concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA (SDM SpA) e dei rapporti tra questa e il Generale Contractor Eurolink, dopo che quest'ultimo non aveva rispettato l'obbligo di fornire garanzie dal punto di vista tecnico e finanziario sulla realizzazione dell'opera».
«Tra l'altro in oltre 13 anni di nuove progettazioni i proponenti del progetto non sono mai riusciti a dimostrare come l'opera, valutata nel 2010 in 8,5 miliardi di euro (oltre mezzo punto di Pil), possa essere ripagata da flussi di traffico veicolare estremamente modesti», aggiunge l'associazione.
«Le risorse destinate al Ponte potrebbero essere destinate ad opere veramente necessarie per il rilancio del Mezzogiorno, quali: mettere in sicurezza il territorio di Calabria e Sicilia; raddoppiare le linee ferroviarie che collegano Messina a Palermo e Catania, potenziare la linea tirrenica ferroviaria tra Battipaglia e Reggio Calabria e la linea ferroviaria jonica che collega Reggio Calabria a Taranto; intervenire sul sistema dei porti tra Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Messina e garantire un sistema di traghettamento veloce e frequente per l'Area dello Stretto».
«Continuare a pensare di realizzare un ponte di oltre 3 km in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo (il terremoto del 1908 di magnitudo 7.1, che rase al suolo Messina e Reggio Calabria - conclude il Wwf - è il più grave registrato in Italia negli ultimi 100 anni) e in una delle zone di maggiore pregio per la biodiversità, tutelata dalla norme comunitarie, è semplicemente un'idea sconsiderata».