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STATI UNITI Pence convince la convention repubblicana, Cruz non sostieneTrump

21.07.16 - 07:14
«Sono cristiano, conservatore e repubblicano, in quest'ordine»
Pence convince la convention repubblicana, Cruz non sostieneTrump
«Sono cristiano, conservatore e repubblicano, in quest'ordine»

CLEVELAND - Mike Pence si presenta all'America: "Sono cristiano, conservatore e repubblicano, in quest'ordine". Il governatore dell'Indiana accetta dal palco della convention di Cleveland la nomination per la vicepresidenza degli Stati Uniti e lancia la corsa all'elezione di Donald Trump 45/mo presidente.

Tradizionale ma efficace, l'intervento nella penultima serata della convention sembra convincere la platea che risponde con ritrovato entusiasmo dopo i fischi e i 'buuu' con cui ha ricoperto Ted Cruz, l'ex rivale di Trump che a Cleveland non ricuce, invita a "votare secondo coscienza" e nega il suo endorsement al candidato repubblicano.

"Per chi tra di voi non mi conosce, e siete in molti": esordisce così il conservatore scelto per il ticket con Trump, partendo dall'inizio, quando la politica iniziò a masticarla avvicinandosi "all'altro partito", prima di abbracciare "la rivoluzione di Reagan" e non tornare più indietro.

Pence conferma con toni risoluti ma mai sopra le righe che con tutta probabilità il tycoon è stato consigliato bene nell'optare per l'uomo così diverso da lui, "solido" ma dalla postura immediatamente riconoscibile per l'elettorato repubblicano.

Pence sembra scherzarci anche su, quando parla della "forte personalià e del carisma" del candidato presidente che "evidentemente - dice - cercava un equilibrio" con la sua nomina. Il governatore dell'Indiana rassicura anche quando insiste sul tema della nomina dei giudici per la corte suprema che sta particolarmente a cuore ai conservatori del Grand Old Party e che spetta "a Trump presidente" dice.

Non manca l'attacco frontale ad Hillary Clinton e all'amministrazione Obama, tanto da mandare la platea in delirio quando ricorda che rimangono esattamente sei mesi per la fine del mandato di Barack Obama presidente. E poi sul palco con moglie e figli chiama anche la madre, "luce della mia vita" l'ha definita citandola per prima.

Ad ascoltarlo nell'arena c'è anche Donald Trump, circondato dalla sua famiglia che ancora una volta fa emergere il volto umano del tycoon. Oggi è stata la volta dell'intervento di Eric: "Papà sei il mio eroe, il mio migliore amico e il prossimo presidente degli Stati Uniti". E Trump si commuove. Era giunto anche oggi a Cleveland a sorpresa per ascoltare Eric ed è arrivato nell'arena proprio mentre Ted Cruz lasciava il palco tra i fischi.

Cruz che non cede e non ricuce con l'ex rivale mostrando così a chiare lettere che la spaccatura non è superata. E non è soltanto il 'pubblico' a rimanerne deluso, considerato il putiferio che il suo intervento ha scatenato dietro le quinte con reazioni infuocate e al vetriolo. Con chi sostiene "Cruz è finito!", e chi punta il dito contro, come Chris Christie che lo definisce "egoista".

Trump da parte sua minimizza e twitta: "Che parli pure, non importa!". Mentre Hillary non perde l'occasione per fare dell'ironia, twittando la frase di Cruz il 'sabotatore'.
 

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