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SERBIASrebrenica? A quasi 21 anni la Serbia si rifiuta di adottare la parola "genocidio"

29.06.16 - 20:00
Srebrenica? A quasi 21 anni la Serbia si rifiuta di adottare la parola "genocidio"

BELGRADO - Con l'avvicinarsi dell'11 luglio, anniversario del massacro nel 1995 a Srebrenica di 8 mila musulmani ad opera dei serbo-bosniaci guidati da Ratko Mladic e Radovan Karadzic, i rapporti tra Serbia e Bosnia regolarmente si incrinano e si alzano i toni di una polemica mai sopita. Tutto ruota intorno alla parola 'genocidio', come i bosniaci e la giustizia internazionale hanno definito le stragi di Srebrenica, termine tuttavia che la dirigenza serba si rifiuta di adottare.

La leadership di Belgrado parla di massacro, atrocità orrendi crimini compiuti da singoli comandanti e non dal popolo serbo, ma evita regolarmente di parlare di 'genocidio'. Per questo nei giorni scorsi il comitato organizzatore delle cerimonie commemorative e il sindaco di Srebrenica, Camil Durakovic, accusandoli di 'negazionismo', hanno dichiarato i dirigenti serbi 'persone non grate' per le cerimonie in programma l'11 luglio al cimitero-memoriale di Potocari, alle porte di Srebrenica. Cosa questa che ha suscitato delusione e irritazione nel governo serbo, a cominciare dal premier Aleksandar Vucic, che lo scorso anno, in occasione del 20/o anniversario del massacro, aveva partecipato alle commemorazioni solenni di Potocari ma era stato attaccato con insulti e lanci di pietre da gruppi di oltranzisti musulmani bosniaci.

Oggi il ministro degli Esteri serbo Ivica Dacic ha usato parole durissime parlando di "dichiarazioni vergognose" da parte del sindaco di Srebrenica, cittadina dell'est della Bosnia-Erzegovina che fa parte della Republika Srpska (Rs), l'entità a maggioranza serba del Paese balcanico.

"Il governo serbo e il premier Aleksandar Vucic hanno fatto enormi sforzi per favorire la stabilità e la normalizzazione dei rapporti fra i Paesi della regione, ma è evidente che vi sono taluni politici che non possono vivere senza lo scontro e che non desiderano un futuro migliore, ma altro non fanno che approfondire conflitti del passato", ha detto Dacic.

"Durakovic, insieme con il presidente di turno della presidenza tripartita bosniaca", il musulmano "Bakir Izetbekovic, invece di rispondere alla domanda su chi e perchè" lo scorso anno "tentò di uccidere Vucic a Srebrenica, attaccano il premier serbo". "Tutto il mondo - conclude Dacic - salutò tale decisione della Serbia e del premier Vucic" di andare a Srebrenica, "tranne quelli che continuano con la retorica guerrafondaia".

 

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