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REGNO UNITO «Londra dia il via ai negoziati per l'uscita»

27.06.16 - 20:16
Standard & Poor's ha tagliato il rating. Nuovo vertice a settembre
«Londra dia il via ai negoziati per l'uscita»
Standard & Poor's ha tagliato il rating. Nuovo vertice a settembre

LONDRA - L'Unione europea attende che sia il governo britannico a dare "il via ufficiale" ai negoziati per l'uscita della Gran Bretagna dall'UE. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jeoren Dijsselbloem, aggiungendo che il premier britannico David Cameron dovrebbe invocare al "più presto" l'articolo 50, secondo quanto riferisce Bloomberg.

Taglio del rating - L'esito del voto sulla Brexit costa caro al debito pubblico della Gran Bretagna, che perde il giudizio "tripla A". Standard & Poor's ha infatti tagliato il rating del Paese di due gradini, da AAA a AA, con l'outlook che resta negativo.

Nonc'è tempo da perdere - «Non abbiamo tempo da perdere», si legge nella dichiarazione comune diffusa a Berlino dopo la conferenza stampa di Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi.

E poi: «siamo sicuri che la Ue è abbastanza forte per dare la risposte giuste» alla decisione del popolo britannico di uscire dalla Ue.

La dichiarazione comune diffusa a Berlino dopo l'incontro fra Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi sostanzialmente riporta tutti i concetti espressi nel suo intervento dalla cancelliera, elencando le priorità da qui all'anniversario dei Trattati di Roma: sicurezza interna ed esterna, rafforzamento dell'economia e della coesione, un programma ambizioso per la gioventù.

«L'Ue dovrebbe essere più presente sulle priorità essenziali per le quali gli europei devono unire le loro forze e tirarsi indietro laddove gli Stati nazionali possono agire meglio». Questo un passaggio della dichiarazione comune diffusa a Berlino.

"Siamo convinti che l'Unione europea possa andare di nuovo avanti se verrà supportata dai suoi cittadini. L'Ue deve quindi dedicarsi alle preoccupazioni dei suoi cittadini, mettendo in chiaro i suoi obiettivi e le sue funzioni", prosegue la dichiarazione comune.

«C'è la questione di come far funzionare meglio l'Europa, di come renderla più flessibile, più leggera, più vicina ai cittadini e questo è stato un altro argomento che abbiamo dibattuto oggi fra noi tre ma che sicuramente terrà banco anche nelle prossime settimane. Nel mese di settembre ci sarà un nuovo vertice dopo quello di mercoledì, per portare avanti un lavoro che intendiamo presentare nei appunto prossimi due giorni»: lo ha detto il presidente francese François Hollande a Berlino, al termine dell'incontro.

«I capi di Stato e di governo dovranno discutere a fine settembre delle sfide comuni che impegnano i 27 Stati membri e delle priorità essenziali sulle quali si deve decidere», è scritto ancora nella parte finale della dichiarazione comune diffusa a Berlino al termine dell'incontro. E poi: «Bisogna accordarsi su progetti concreti che possano mettere in pratica in Europa crescita e sicurezza nei prossimi sei mesi».

Siamo fiduciosi - "Non c'è dubbio che il voto sull'uscita del Regno Unito dalla Unione europea sta provocando volatilità sui mercati. Ma gli Stati Uniti sono fiduciosi, perché i politici britannici hanno gli strumenti necessari per assicurare la stabilità economica": lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz.

Manifestazione pro Corbin - Centinaia di sostenitori del leader laburista Jeremy Corbyn stanno manifestando davanti a Westminster mentre è in corso una riunione dei parlamentari Labour per discutere la mozione di sfiducia che sarà votata domani.

"Corbyn dentro, Tory fuori", è uno dei cori intonati dai manifestanti nella piazza del parlamento. Il leader è atteso per un discorso dal palco.

L'asse Parigi-Berlino non funziona più - «Non credo che il duo franco-tedesco possa più fare qualcosa di nuovo per l'Ue», non ha più «un ruolo decisivo». La loro visione di Europa «non esiste più. I britannici l'hanno respinta con un referendum». Lo ha detto la premier polacca Beata Szydlo, in un'intervista alla Tvp Info ripresa dai media internazionali.

«L'Ue deve cambiare, ha bisogno di un nuovo trattato e la Polonia proporrà dei cambiamenti - ha detto -. Abbiamo bisogno di volti nuovi e di una nuova visione».

 


 

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