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Volano i sospetti e le accuse di "brogli" nella lunga corsa verso la Casa Bianca. Dopo i sospetti di Sanders, oggi sono arrivate le accuse del magnate newyorchese
WASHINGTON - Volano i sospetti e le accuse di "brogli" sui caucus dell'Iowa, alla vigilia delle primarie del New Hampshire, seconda tappa nella lunga corsa verso la Casa Bianca ma prima consultazione a voto segreto, che vede come super favoriti dei sondaggi Donald Trump e Bernie Sanders.
Dopo le contestazioni del senatore 'socialista' del Vermont, che ha chiesto il riconteggio di una votazione che lo ha visto perdere di un soffio su Hillary, oggi sono arrivate pure quelle del magnate newyorchese contro il collega di partito Ted Cruz. "Non ha vinto l'Iowa, lo ha rubato". È per questo che i sondaggi sono risultati così sbagliati e ha ricevuto più voti di quanto anticipato", ha twittato il tycoon, sottolineando che il senatore del Texas aveva pubblicato un comunicato in cui annunciava che un altro candidato Gop, Ben Carson, si stava ritirando dalla corsa, invitando i suoi elettori a votare per lui.
"Molte persone hanno votato Cruz invece che Carson per una frode di Cruz", ha denunciato Trump, secondo il quale "dovrebbe tenersi un nuovo voto o dovrebbe essere annullato il suo risultato". Un modo per tenere alto il livello dello scontro dopo che Cruz lo ha sconfitto, smentendo i sondaggi che davano Trump in testa. Ma per il 'crociatò del Texas sarà difficile bissare l'impresa nel più liberale New Hampshire, dove l'eccentrico miliardario è accreditato da recenti sondaggi di un 30%-38%, contro il 12%-13% di Cruz, che qui ha speso meno tempo e non può contare su una organizzazione robusta nè sui voti degli evangelici.
Del resto la storia recente insegna: nel 2008 e nel 2012 l'ex governatore dell'Arkansas Mike Huckabee e l'ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum vinsero in Iowa con il forte sostegno degli evangelici, ma scivolarono fatalmente proprio nel New Hampshire. Per galvanizzare i suoi sostenitori, in un comizio a Winhdam, Cruz ha ricordato che Ronald Reagan vinse qui nel 1980 con un voto che "scosse il Paese", ribadendo che le presidenziali non sono decise dai media né dai lobbisti o dal 'cartello di Washington'.
Sfida in salita anche per il giovane senatore della Florida Marco Rubio, vera sorpresa in Iowa con il terzo posto (24%) a un solo punto di distanza da Trump: i sondaggi lo danno intorno al 10%-11% ma dopo il successo nei caucus gran parte dell'establishment del partito sta convergendo su di lui come 'alternativa moderata' al posto di Jeb Bush. Per l'ex governatore della Florida una seconda pesante sconfitta potrebbe significare la prematura uscita dalla gara, con uno spostamento di voti e fondi proprio verso il suo ex delfino, che ha già messo da parte un sigaro da fumare la notte del 'super tuesday'.
Intanto il numero dei candidati repubblicani si assottiglia ulteriormente, scendendo a 10 rispetto ai 17 iniziali: il senatore Rand Paul, ala liberale del partito, deluso dal suo quinto posto in Iowa, ha annunciato oggi il suo ritiro. E altrettanto, secondo la Cnn, si accinge a fare Rick Santorum. Dopo l'abbandono dell'ex governatore del Maryland, Martin O'Malley, fermatosi all'1% in Iowa, in casa democratica d'ora in poi sarà solo un duello tra Hillary e Sanders.
Il senatore del Vermont ha il vantaggio di giocare in casa nel New Hampshire, come confermano i sondaggi, che lo proiettano al 57%, contro il 34% della ex segretario di Stato. Per lei quindi si tratta di ridurre i danni, di stringere il gap che la divide dal suo rivale in uno Stato che nel 2012 le regalò la vittoria, benché effimera, su Obama. Poi la attendono Stati favorevoli, dove Sanders potrebbe frenare la sua corsa. E intanto stasera i due si sfideranno in un dibattito stile town hall.
