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A Karlsruhe la cancelliera terrà domani il discorso "più difficile della sua carriera"
BERLINO - Una candidatura al Nobel della Pace e la nomination del Time come "donna dell'anno": la solidarietà mostrata ai profughi ha fatto di lei un'icona, eppure proprio di questo dovrà rispondere domani Angela Merkel davanti al suo partito. A Karlsruhe, per il congresso dei cristiano-democratici, la cancelliera terrà il discorso "più difficile della sua carriera", scrive Spiegel on line che, descrivendo la pressione del momento come "enorme", va addirittura a caccia di successori, facendo i nomi di chi potrebbe approfittare della debolezza della leader.
In effetti l'intensità delle trattative, in questo weekend, ha dimostrato la delicatezza del momento. I vertici del partito hanno lavorato duramente per arrivare a un compromesso - raggiungendolo finalmente in serata - per fare in modo che la questione del "tetto limite", invocata a gran voce dai conservatori che criticano la visione 'generosa' della cancelliera, non diventasse una trappola. E lei stessa, si è mossa verso gli avversari preventivamente. "Il tetto limite e una questione di credibilità e onestà", ha ribadito sabato in un'intervista a un giornale locale. Ma oggi, prima di una seduta del presidio del partito, ha aggiunto: "Certamente parleremo dell'eventualità di apportare delle modifiche, di fronte alla questione della preoccupazione della gente e della sfida di fronte alla quale ci troviamo". È la correzione politica, in corso da tempo, alla linea delle "porte aperte". Merkel ha citato ancora una volta la necessità di "ridurre il numero dei profughi", evocando come sempre "la solidarietà europea" e il "superamento delle ragioni dell'esodo" dei migranti. E questo, ha precisato, non può ottenerlo la Germania da sola. Alla fine delle trattative di questa importante vigilia, nel documento che sarà sottoposto all'assemblea anticipato dalla DPA, si cita la determinazione della Cdu a ridurre in modo sensibile gli ingressi dei richiedenti asilo, con misure efficaci. Diversamente, società e Stato finirebbero in difficoltà anche in un Paese come la Germania. Resta da vedere se questo basterà davvero ai falchi del partito. E se i giovani della Cdu (Junge Union), che hanno presentato una mozione in cui chiedono un "segnale di limitazione" chiaro all'accoglienza dei migranti, amorbidiranno la loro posizione. Intanto, a parte gli screzi anche pesanti con il suo ministro dell'Interno Thomas de Maiziere, dai risultati per ora tutto sommato contenuti, i vertici del partito sembrano allineati con Merkel: "Dobbiamo naturalmente diminuire il numero degli arrivi, ma il governo non può fare promesse che non può mantenere su un numero concreto", le ha fatto eco, ad esempio, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble venerdì. "Se diciamo 400 mila, e poi ne arrivano 400.001, che succede?" ha commentato il segretario generale Peter Tauber. È stato infine Volker Kauder, capogruppo parlamentare, a dirsi certo che "Merkel uscirà da questo congresso rafforzata". La pressione, però, non è soltanto interna: i falchi del partito, che nei mesi scorsi hanno mal digerito il calo dei consensi - che ha visto una frenata nelle ultime settimane con la Cdu stabile al 38% - trovano una sponda negli alleati bavaresi della Csu, i quali continuano ad attaccare la "retorica dell'invito" che avrebbe portato in Germania un milione di migranti nel 2015. E i sondaggi popolari che mostrano che i due terzi dei tedeschi vogliono il tetto: così almeno stando a un rilevamento non rappresentativo della Emnid presentato da Bild am Sonntag.
