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EUROPAQuote rifugiati: decide la Commissione europea

04.09.15 - 14:57
Il Consiglio d'Europa prega il Parlamento ungherese di non cambiare la legge, mentre la Serbia si dice pronta ad accogliere la sua quota di migrantie
Quote rifugiati: decide la Commissione europea
Il Consiglio d'Europa prega il Parlamento ungherese di non cambiare la legge, mentre la Serbia si dice pronta ad accogliere la sua quota di migrantie

BRUXELLES - Il flusso migratorio è un tema sempre più discusso tra i Paesi europei. Oggi, però, si è fatto un po' di chiarezza sull'assegnazione delle famigerate quote.  Sarà la Commissione europea a valutare caso per caso se concedere o meno l'esenzione dall'assegnazione delle quote. È quanto proporrà il suo presidente Jean-Claude Juncker, secondo quanto si apprende da fonti europee.
Praticamente, se un Paese vuole evitare di ricevere una quota di rifugiati (il cosiddetto opt-out) deve presentare una informativa alla Commissione europea per spiegare le sue ragioni. Se Bruxelles le riterrà contrarie ai principi e ai valori europei potrà respingerla. In caso contrario, il Paese potrà rinunciare all'asilo dei rifugiati, pagando una sanzione monetaria che sarà proporzionate al suo Pil.

"Il Parlamento di Budapest non cambi la legge in vigore -  "Invito il parlamento ungherese a rigettare gli emendamenti alla legge sull'immigrazione proposti dal governo": questo l'appello lanciato dal commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, il quale ha definito le posizioni assunte dall'esecutivo di Budapest sui rifugiati "profondamente deplorevoli".
Muiznieks sottolinea che "l'Ungheria, come tutti gli altri Paesi europei, ha l'obbligo di garantire protezione a coloro che ne hanno bisogno, indipendentemente dalla religione che professano o altre caratteristiche personali". Ma il commissario critica anche gli emendamenti proposti dal governo alla legge sull'immigrazione che mirano a limitarla anche attraverso la creazione di una zona di transito sul confine e la criminalizzazione di chi entra nel Paese in modo irregolare.
"Gli emendamenti proposti sono una mossa sbagliata che avrebbe ulteriori effetti deleteri sui richiedenti asilo", sostiene Muiznieks, che quindi chiede ai parlamentari di rigettarli. Il commissario domanda al governo e al parlamento di di Budapest di assumere con urgenza un approccio più umano e non discriminatorio verso i bisogni di immigrati, richiedenti asilo e rifugiati.

La Serbia pronta a collaborare - La Serbia, pur non facendo parte della Ue, è pronta ad accogliere un certo numero di migranti assumendosi la propria parte di responsabilità per favorire una soluzione della crisi. "Siamo pronti a proseguire con la nostra posizione responsabile e ospitale e a lavorare con tutti gli altri Paesi europei per trovare una soluzione globale", ha detto il ministro dell'interno Nebojsa Stefanovic oggi a Ohrid, in Macedonia, dove ha incontrato i colleghi di Austria, Ungheria e Macedonia.

Turchia, orgogliosi di ospitare 2 milioni di rifugiati - "Sono orgoglioso di essere il primo ministro di un Paese che ospita due milioni di rifugiati" siriani e iracheni. Lo ha detto oggi il premier turco Ahmet Davutoglu, tornando a criticare l'Occidente per aver voltato le spalle alla crisi migratoria internazionale.

"Abbiamo cercato di attirare l'attenzione del mondo negli ultimi quattro anni sul fatto che c'è una crisi umanitaria in Siria. Se i bambini siriani non sono al sicuro nelle loro case, allora anche i nostri figli ad Ankara, Parigi, Londra o New York non lo saranno", ha affermato Davutoglu, ricordando come la Turchia abbia speso circa sei miliardi di dollari per l'accoglienza dei rifugiati dall'inizio della guerra in Siria nel 2011.

Il premier di Ankara ha invitato i Paesi occidentali ad adottare con la Turchia "una strategia integrata" per affrontare questo "punto di svolta per l'umanità", ricordando poi Aylan, il bimbo di tre anni fotografato sulla costa turca di Bodrum dopo essere annegato: "Questo corpo senza vita è un segnale di allarme per tutti noi".

 

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