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ISRAELEIl nuovo governo Netanyahu ottiene la maggioranza

15.05.15 - 07:21
Fiducia portata a casa con 61 voti a favore e 59 contrari
Il nuovo governo Netanyahu ottiene la maggioranza
Fiducia portata a casa con 61 voti a favore e 59 contrari

TEL AVIV - Il nuovo governo di Benyamin Netanyahu ha ottenuto alla Knesset (Parlamento) la fiducia: ma si basa su una maggioranza risicata - 61 voti a favore, 59 contro - malgrado la coalizione sia composta da ben cinque liste, tutte di destra. Il brillante successo elettorale del Likud alle politiche del 17 marzo sembra essersi dunque volatilizzato e la gestione del potere si preannuncia molto complessa.

Non a caso il premier, nel discorso di presentazione del governo, ha anticipato che cercherà di allargare la base della coalizione e che punterà poi a una riforma istituzionale che consenta al Paese una maggiore governabilità. Ma se sperava di gettare un ponte verso la opposizione laburista, il leader di quel partito Isaac Herzog gli ha subito chiarito di non essere disponibile. Rivolgendosi a Netanyahu, ha lanciato: "Lei non ha costituito un governo, bensì un circo".

Questa osservazione - condivisa per la verità da buona parte degli osservatori parlamentari - si basa sull'impressione negativa creata dalle laboriose trattative per la formazione del governo, protrattesi per quasi due mesi, e anche sulle ore convulse della giornata in cui Netanyahu ha dovuto dedicare abbondanti energie per convincere i compagni di partito ad accettare dicasteri a loro sgraditi. In casi estremi Netanyahu si è visto costretto a inventare nuove cariche e nuove funzioni (ad esempio, il deputato druso Ayub Kara, Likud, è stato nominato 'viceministro con funzioni di ministro').

L'ingresso di Netanyahu in aula è stato accolto con espressioni di biasimo da parte dei deputati della Lista araba unita, il terzo partito alla Knesset in ordine di grandezza. Il presidente della Knesset, Yoel Edelstein, ha dovuto allontanare tre deputati arabi, per consentirgli di leggere il proprio intervento.

Quando è passato alla lettura della lista dei ministri, si è avuta conferma che nel prossimo futuro oltre alla carica di premier Netanyahu manterrà anche il dicastero degli Esteri, rimasto vacante con le dimissioni di Avigdor Lieberman. Ma in quel ministero ci sarà adesso, in qualità di viceministro, Tzipi Hotoveli, una parlamentare del Likud nota per le sue posizioni nazionaliste.

Alla Difesa Netanyahu ha confermato Moshe Yaalon (Likud), mentre alla Finanze farà il suo esordio il centrista Moshe Kahlon, che ha condotto una campagna elettorale populista. Reazioni allarmate ha destato intanto nella opposizione la nomina alla carica di ministra della giustizia di Ayelet Shaqed: una parlamentare del partito Focolare ebraico che sostiene il movimento dei coloni e che si prefigge di limitare le prerogative della Corte suprema israeliana.

Nel suo discorso Netanyahu non ha fatto accenno alle linee politiche del nuovo governo. Ma a quanto risulta esse non includono un impegno alla formula dei 'Due Stati', né fanno in alcun modo accenno a un futuro Stato palestinese. Il governo, in termini generici, si dice determinato a portare avanti il processo di pace, ma ciò nel contesto degli interessi di sicurezza di Israele.

Queste formule hanno suscitato le critiche di Campo Sionista, la formazione elettorale di Herzog e della Tzipi Livni. E la composizione del nuovo governo - in cui elementi della destra radicale si sono aggiudicati posizioni d'importanza critica - ha adesso confermato i loro timori. Herzog ha così respinto con toni sprezzanti le aperture di Netanyahu. "Lei dice di aver lasciato aperto per me l'incarico di ministro degli esteri? Se è così lo può dare a un suo compagno di partito. Noi di certo non entriamo in un governo del genere".

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