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REGNO UNITOTre giorni al voto, corsa a ostacoli tra gaffe e veleni

04.05.15 - 20:14
I partiti sparano gli ultimi colpi a disposizione prima dell'appuntamento con le urne
Tre giorni al voto, corsa a ostacoli tra gaffe e veleni
I partiti sparano gli ultimi colpi a disposizione prima dell'appuntamento con le urne

LONDRA - Mancano solo tre giorni alle elezioni britanniche del 7 maggio e i partiti cercano di 'sparare' gli ultimi colpi a disposizione.

In una campagna che è stata incolore e in cui le promesse dei leader per il futuro del Regno Unito diventano ormai un 'mantra' monotono, sono però le gaffe, i veleni e i tentativi di sgambetto in dirittura d'arrivo ad attirare l'attenzione.

Ed ecco che conservatori e libdem si accusano reciprocamente, anche se in realtà già guardano a una possibile nuova coalizione post elettorale, mentre il laburista Ed Miliband rischia di pagare le conseguenze di iniziative da ultima spiaggia giudicate infelici: dall'enorme pietra con incisi i punti del programma che tutti ridicolizzano, al sostegno ricevuto dal controverso comico Russell Brand.

Il premier conservatore David Cameron e il leader libdem Nick Clegg litigano ormai ogni giorno anche se sanno bene che le possibilità di formare una nuova coalizione di governo potrebbe essere un passo obbligato, sempre che lo permetta l'aritmetica dei seggi conquistati alla Camera dei Comuni. Proprio oggi Clegg ha detto che nessuno dei "maggiori rappresentanti tory" con cui ha parlato spera in una vittoria elettorale che assicuri al partito del premier la maggioranza assoluta.

Anche se non fa il nome di Cameron, questo equivale a dare del bugiardo al leader conservatore, che invece nei comizi continua ad affermare, nonostante nessun sondaggio gli dia ragione, che avrà i numeri per governare da solo. "Clegg è sempre più disperato", ha risposto stizzito il premier. E della 'rissa' prova ad approfittare Miliband. "Questo dice tutto sulla campagna elettorale di Cameron", ha tuonato il leader Labour. Ma anche lui non è esente da critiche e passi falsi. Proprio oggi ha ricevuto un 'endorsement' che potrebbe rivelarsi difficile da gestire o addirittura controproducente. È quello del comico e 'tribuno' dell'antipolitica Russell Brand, che dopo aver a lungo chiesto ai britannici di non andare a votare è stato 'folgorato' sulla via di Londra e ha scelto di diventare un paladino della causa laburista.

La sua 'conversionè sarebbe avvenuta nel corso della intervista concessa da Miliband all'attore, che ha un suo canale su YouTube, e si è concretizzata in un nuovo video mandato in onda oggi. Già i conservatori avevano attaccato l'incontro tra i due, definendolo "ridicolo", e di sicuro lo faranno ancora di più nelle prossime ore. Rischia di trasformarsi intanto in un boomerang anche l'iniziativa del leader laburista di scolpire sulla pietra sei punti (generici) del suo programma elettorale con l'obiettivo di piantare poi la lapide nel giardino del numero 10 di Downing Street, in caso di vittoria.

Dopo il sarcasmo di ieri di Cameron, oggi è arrivata l'irrisione della carta stampata, perfino da parte del progressista Guardian, che accusa Miliband di "aver collocato più in alto l'asticella della stupidità". Il Times lo avverte d'altronde, per bocca di un funzionario del Westminster Council, che l'idea di piazzare quella lastra nella residenza del primo ministro non sarà mai autorizzata.

Restano frattanto sostanzialmente invariati i sondaggi, inchiodati su posizioni di parità fra i due principali partiti. In una rilevazione di YouGov, i conservatori hanno un leggero margine, collocandosi al 34% delle intenzioni di voto, seguiti a un solo punto dal Labour al 33, mentre gli euroscettici dell'Ukip figurano terzi al 12% e i libdem quarti al 9. Secondo l'entourage di Cameron, basterebbero comunque 100mila voti in più, in un 'pugno' di 23 collegi in bilico, per permettere al premier di restare a Downing Street.

Ma è prematuro quanto rischioso per gli strateghi dei partiti affidarsi a questi calcoli: quando ogni previsione - anche col voto dei molti indecisi - potrebbe essere sconvolta dalla realtà.

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