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FRANCIAConti in Svizzera, Le Pen si sente sotto attacco

28.04.15 - 17:26
Il fondatore del Front National parla di "offensiva generale" ai danni del partito, che chiede invece che sia lui a chiarire tutto
Conti in Svizzera, Le Pen si sente sotto attacco
Il fondatore del Front National parla di "offensiva generale" ai danni del partito, che chiede invece che sia lui a chiarire tutto

PARIGI - "Non ho nessun obbligo di dover dare spiegazioni": dopo le indiscrezioni di Mediapart.fr sul suo presunto tesoro svizzero da 2,2 milioni di euro, di cui 1,7 milioni in lingotti e monete d'oro, Jean-Marie Le Pen parte al contrattacco.

Per il vecchio leader - già al centro di un duro scontro politico-familiare con la figlia Marine nonché costretto per tre giorni in ospedale a causa di un problema cardiaco - si tratta solo di un ennesimo attacco orchestrato dai media, che "rientra nell'offensiva generale lanciata contro di noi", ha detto a radio France Inter. Poi il 'siluro' contro Mediapart.fr, un organo - ha tuonato Le Pen - di "para-polizia, incaricato di seminare turbativa nella classe politica". E ancora: "È cosi che si guadagnano la pagnotta: maneggiano lo scandalo con il 'si dice che...' Non ho altro da aggiungere".

Eppure, il giornale on-line che con le sue indiscrezioni spesso confermate ha dato del filo da torcere a tanti potenti, inducendoli a volte alle dimissioni, parla chiaro. Le Pen è stato titolare di "un conto nascosto alla banca HSBC, poi alla Compagnie bancaire helvétique (CBH), via un trust piazzato sotto alla responsabilità legale i un suo fidato collaboratore Gérald Gérin", scrive Mediapart.fr.

Assistente personale di Jean-Marie Le Pen nonché portaborse all'Europarlamento di Strasburgo, Gérin è anche tesoriere di due associazioni di finanziamento del Fn, Cotelec e Promelec. Nel 2008, sarebbe diventato "il titolare di un trust basato alle isole vergini britanniche, Balerton Marketing Limited", sostiene Mediapart, precisando che "2,2 milioni di euro sono stati depositati su questo conto, di cui 1,7 milioni sotto forma di lingotti e monete d'oro".

Il conto, gestito da Ginevra da un avvocato locale, è stato chiuso nella primavera del 2014 e i fondi trasferiti alle Bahamas su un conto CBH. Per il giornale di Edwy Plenel, tutti questi elementi sono stati trasmessi dalla TracFin, il servizio antievasione del ministero delle Finanze di Parigi, alla Procura di Nanterre, che oggi ha confermato di aver ricevuto ieri una segnalazione dalla TracFin.

Nell'aprile del 2013, Le Pen, noto per il suo gusto della provocazione è più volte condannato per le sue derive xenofobe e razziste, aveva ammesso l'esistenza di un conto svizzero all'UBS nel 1981. Da fine 2013, un'indagine giudiziaria cerca di fare chiarezza sui beni del fondatore del Fronte il cui valore è cresciuto di 1,1, milioni di euro tra il 2004 e il 2009.

Un'altra indagine riguarda invece i presunti finanziamenti occulti giunti nelle casse del partito dopo l'elezione alla presidenza della figlia Marine, nel congresso di Tours del 2011. Sospetti che sempre secondo Mediapart coinvolgerebbero anche la Russia di Vladimir Putin.

Le rivelazioni sul tesoro nascosto di Le Pen si aggiungono allo psicodramma politico-familiare che in queste ultime settimane ha opposto padre e figlia per l'opposta concezione che hanno del loro partito. Intervistato da I-Télé, il numero due del Front, Florian Philippot, ha commentato così: "Marine Le Pen è molto sorpresa, non sapeva nulla. Spetta a Jean-Marie dare delle spiegazioni, ma non posso credere che sia vero".

Sfiduciato dalla figlia, Jean-Marie è stato interdetto dal parlare al tradizionale raduno in onore di Giovanna D'Arco che il Front National organizza ogni primo maggio a Parigi, anche se lui ha espresso l'auspicio di potervi partecipare. Mentre l'ufficio esecutivo interno è chiamato ad esprimersi per eventuali sanzioni nei suoi confronti il prossimo 4 maggio.

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