Cerca e trova immobili

KAZAKHSTANNazarbaiev si perpetua per altri 5 anni

26.04.15 - 19:04
Nazarbaiev si perpetua per altri 5 anni

ASTANA - I risultati delle elezioni presidenziali anticipate in Kazakhstan si conosceranno solo nelle prossime ore, ma si tratta di una pura formalità: nessuno dubita che il capo di Stato uscente, il 74enne Nursultan Nazarbaiev, alla guida del Paese dal 1989, si perpetuerà per altri cinque anni, sino al 2019, probabilmente con un risultato plebiscitario, come quello delle quattro precedenti elezioni (quasi 96% nel 2011), forte di una affluenza che oggi ha sfiorato il 90% due ore prima della chiusure delle urne.

Del resto è stata una gara senza veri rivali: l'opposizione, che gli rimprovera una politica repressiva in materia di diritti umani, ha rinunciato a presentare candidati contro un "voto farsa", mentre gli unici due sfidanti sono figure di basso profilo, entrambe leali al potere: Turgun Syzdykov, 67 anni, candidato del partito comunista di cui è stato un alto dirigente, e l"indipendente' Abelgazi Kusainov, 63, capo della federazione dei sindacati dopo aver ricoperto vari posti ministeriali. Anche l'Osce, nella sua relazione pre-elettorale, ha denunciato l'assenza di concorrenza e la soverchiante presenza del presidente su media e pubblicità elettorale.

Nazarbaiev, il 'leader della nazione', dal 2007 senza limiti di mandato, chiamato affettuosamente 'papà', ha puntato sul mantra della stabilità del Paese più prospero dell'Asia centrale, con le sue riserve di gas, petrolio ed altre materie prime che ne fanno la seconda economia dell'ex Urss, dopo la Russia: "le attuali elezioni rafforzeranno la stabilità del Kazakhstan. Questa rimane la principale condizione per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese e per completare gli obiettivi su larga scala di modernizzare la nostra economia e la nostra società", ha ripetuto il satrapo kazako, che ha saputo attrarre oltre 200 miliardi di investimenti stranieri diretti. E, in caso di vittoria, ha promesso cinque riforme costituzionali nel campo politico, economico e sociale.

Giocando la carta delle elezioni anticipate di un anno, Nazarbaiev ha congelato il cruciale problema della sua successione ed evitato il rischio di veder calare il suo consenso per la crisi economica, legata al crollo del prezzo del petrolio (principale fonte di reddito del Paese) e ai contraccolpi delle sanzioni occidentali contro suo alleato russo per la crisi ucraina. Ora è anche più libero di prendere misure eventualmente impopolari, maggiormente incisive degli slogan populistici apparsi recentemente nei supermercati, come "comprate made in Kazakhstan" o "fabbricato in Kazakhstan".

Si tratta di una campagna di promozione dei prodotti locali per far fronte all'invasione delle merci russe, diventate più convenienti dopo la forte svalutazione del rublo. Tra Astana e Mosca è in corso una vera battaglia commerciale, con reciproche misure protezionistiche nonostante la comune Unione doganale.

Usando ufficialmente i motivi sanitari come pretesto, il Kazakhstan ha introdotto una serie di restrizioni all'importazione di vari prodotti alimentari russi, dal cioccolato ai prodotti a base di carne suina, e ha sospeso per 45 giorni l'acquisto di benzina e gasolio russi per proteggere il mercato interno. Mosca ha risposto con l'embargo su prodotti lattieri, frutta e legumi kazaki per ragioni analoghe.

Come se non bastasse, nei giorni scorsi il vice ministro dell'economia, Timut Yaksilikov, ha bocciato la recente proposta di Putin di una moneta comune per gli ex Paesi sovietici che faranno parte dell'Unione Euroasiatica. In ogni caso Nazarbaiev resta pur sempre il migliore e più potente alleato di Putin nell'ex Urss, anche se mantiene ampi margini di manovra con la Cina e l'Occidente, grazie ad una intelligente politica di bilanciamento. Il problema è ciò che succederà dopo Nazarbaiev, per il quale questa è sicuramente l'ultima rielezione.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE