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FRANCIAExit poll: vince Sarkozy, il Front National non sfonda

29.03.15 - 20:25
Il premier socialista Valls ha riconosciuto la "vittoria incontestabile" della destra
Exit poll: vince Sarkozy, il Front National non sfonda
Il premier socialista Valls ha riconosciuto la "vittoria incontestabile" della destra

PARIGI - Fra i 64 ai 70 dipartimenti alla destra di Nicolas Sarkozy (che ne aveva 41), fra i 30 ai 37 alle sinistra, che ne aveva 60, forse uno al Front National. Questo il primo exit poll sulle amministrative francesi.

Partito Socialista - "Questa sera la destra repubblicana ha conquistato una vittoria incontestabile": queste le prime parole del premier socialista Manuel Valls, che ha ammesso la sconfitta della gauche alle elezioni dipartimentali francesi.

L'estrema destra del Front National ha totalizzato un "punteggio troppo elevato" e le forze repubblicane devono "denunciare le soluzioni pericolose" che propone per il Paese, ha dichiarato ancoraVallsesprimendosi dopo i primi exit poll. Sconfitte anche personali, oltre che politiche, per Valls e per il presidente della Repubblica, François Hollande. Il Partito socialista, infatti, deve cedere al centrodestra il dipartimento dell'Essonne, alla periferia di Parigi, dove è eletto deputato Valls. E perde anche in Correze, terra di Hollande (e di Jacques Chirac, uno dei suoi predecessori).

In quest'ultimo dipartimento, grande soddisfazione espressa da Bernadette Chirac, consorte dell'ex presidente, a lungo eletta consigliere.

UMP - "La vittoria si avvicina, i francesi hanno bocciato in massa la politica di François Hollande e del suo governo". Torna a fare festa Nicolas Sarkozy, dopo tre anni di sconfitte e processi. Alla fine, si concede anche il tanto atteso bagno di folla che la destra Ump sembrava aver dimenticato.

Sconfitta pesante, anche se con un sussulto che ha evitato il disastro, per il Partito socialista, che perde metà dei dipartimenti che aveva sul territorio. Al governo qualcosa cambierà, anche se Manuel Valls, che ha subito ammesso la vittoria del centrodestra, aveva annunciato che il risultato di stasera non avrebbe avuto conseguenze. Niente exploit per Marine Le Pen, con il Front National che non riesce a conquistare il suo primo dipartimento.

Per una sera insomma, torna a sorridere in Francia SuperSarkò. La destra è data dagli exit poll come netta vincitrice (dai 64 ai 74 dipartimenti su 101 in palio), un risultato straordinario se si pensa che si partiva da 41. Esattamente il percorso contrario della gauche, partita da 60 e arrivata vicino ai 30.

Se la settimana scorsa era stato prudente, oggi l'ex presidente ha alzato il tiro, sparando a zero sul governo e sull'Eliseo: "Con il loro voto - ha detto Sarkozy - i francesi hanno bocciato in massa la politica di Hollande e del suo governo. È una sconfessione totale e senza appello. Mai una maggioranza aveva perso tanti dipartimenti. Mai un potere in carica aveva suscitato tanta sfiducia. E mai, nella Quinta repubblica, la destra aveva raggiunto un risultato del genere". Poi ha conservato qualche bordata anche per Valls, che qualche giorno fa aveva annunciato che il voto non avrebbe cambiato nulla: "In questo modo l'esecutivo - ha attaccato Sarkozy - ha deciso di ignorare il voto dei francesi. E i francesi sapranno ricordare questo segno di disprezzo". Del suo successore all'Eliseo e della sua politica, Sarkozy non salva niente. E chiede il conto: "Mai una politica aveva incarnato tanto la sconfitta a ogni livello. Dal governo agli esecutivi di dipartimento, menzogna, cecità e impotenza sono stati sanzionati".

I conti si faranno da domani, quando da Hollande e Valls sono attesi segnali di riscossa dopo tre anni di sconfitte politiche, economiche e di immagine. Il momento è talmente grave che la trentina di componenti della fronda di sinistra, inflessibili per mesi nel non concedere nulla al governo, hanno dichiarato già stasera un'immediata tregua. Valls, che ha condotto la campagna elettorale in prima persona, esce decisamente sconfitto. Nel breve discorso, ha lanciato l'allarme per "i risultati troppo alti dell'estrema destra" che "restano una sfida per tutta la repubblica", poi ha tirato in ballo il momento delicato, "la minaccia terroristica", la "mancanza di unità" della sinistra.

All'estrema destra, dove già si cantava vittoria per la conquista di almeno un dipartimento (sarebbe stata la prima volta nella storia di Francia), Marine Le Pen è rimasta a bocca asciutta. Meno eletti del previsto, con un centinaio di consiglieri (su 4.000 in tutto il Paese) mentre in precedenza il Fn era quasi assente (uno solo il rappresentante nei cantoni). Sorriso tirato e dichiarazioni forzate, le attese per Marine e il Front National sono deluse.

Front National - I leader del partito di estrema destra nascondono la parziale delusione mettendo in avanti i numeri: punteggi di alcuni candidati che hanno raggiunto e superato il 40%, "una cosa senza precedenti nella storia del Fn", e il netto aumento del numero di consiglieri eletti, soprattutto nel nord e nei bastioni del sudest. "Il risultato storico di questa sera pone il Front National e il Rassemblement Bleu Marine come grande forza politica. È un tassello per le vittorie di domani", ha commentato Marine Le Pen subito dopo i risultati, felicitando "gli eletti patrioti per la loro vittoria e i militanti per la loro bella campagna". Ma il suo sguardo e la sua voce tradiscono la rassegnazione per l'exploit mancato.

"Conquistare un dipartimento, sapevamo che sarebbe stato molto difficile", ha fatto eco il vicepresidente del Fn, Florian Philippot, secondo cui "non era il nostro obiettivo, era l'obiettivo che ci hanno attribuito alcuni osservatori". La colpa, spiega, è innanzitutto del meccanismo elettorale, che sfavorisce le formazioni indipendenti, ma anche dell'alleanza opportunista messa in atto da Ump e socialisti, per fare barriera contro l'estrema destra. Le parole baldanzose dei due leader nazionali non bastano però a nascondere lo scoramento dei militanti locali, soprattutto nei due bastioni nel sudest, la Vaucluse e il Gard, dove nel 2012 furono eletti i primi due deputati Fn della Quinta Repubblica, Marion Marechal Le Pen e Gilbert Collard. Nella Vaucluse, il dipartimento di Avignone, il Fn si ferma a 5 cantoni, contro i 9 necessari per conquistare la maggioranza in consiglio e la presidenza, mentre socialisti e coalizione di centrodestra ne conquistano 6 ciascuno. "Oggi, questi sistemi elettorali fabbricati contro di noi ci privano della maggioranza che avrebbe dovuto essere nostra, perché siamo di fatto il primo partito della Vaucluse", ha commentato a caldo Marion Le Pen, nipote di Marine, non senza promettere poi di "non abbassare mai le braccia quando si tratta di difendere il nostro territorio e il nostro Paese". La giovane deputata ha inoltre annunciato che il partito presenterà ricorso sui risultati di un cantone, l'Orange, in cui ha vinto un'altra formazione d'estrema destra, la Ligue du Sud.

Nel Gard, i primi dati danno il Front National fermo a due cantoni, ovvero quattro consiglieri dipartimentali, ben lontano dalla maggioranza, che rimane alla sinistra, anche se per pochissimi voti. Resta in particolare in mano alla gauche la città di Nimes, feudo personale di Collard.

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