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GROENLANDIAGroenlandesi al voto anticipato

26.11.14 - 16:59
Il membro del Regno Unito di Danimarca alle urne per sceglere il successore di Aleqa Hammond, travolta da uno scandalo riguardante fondi pubblici serviti per pagare alberghi e voli
Groenlandesi al voto anticipato
Il membro del Regno Unito di Danimarca alle urne per sceglere il successore di Aleqa Hammond, travolta da uno scandalo riguardante fondi pubblici serviti per pagare alberghi e voli

COPENAGHEN - La Groenlandia torna venerdì alle urne per scegliere il successore di Aleqa Hammond, travolta da uno scandalo che in settembre ha causato il collasso della coalizione che guidava: l'utilizzo a fini personali di poco più di 14 mila euro pubblici che sono serviti ai suoi familiari per pagare alberghi e voli. Lei, leader di uno dei due maggiori partiti del paese, Siumut (Avanti), si è subito dimessa e ora 58 mila esquimesi sono chiamati a eleggere i 31 membri della Dieta e un nuovo premier.

La campagna elettorale di queste elezioni politiche anticipate è stata breve, ma accesa su alcuni punti nodali, come le prospezioni minerarie e le questioni di corruzione, appunto, e il consueto tema dell'indipendenza dalla Danimarca è passato in secondo piano rispetto ai temi economici.

Territorio autonomo del Regno di Danimarca, la Groenlandia non dispone tuttavia dell'indipendenza in politica estera e di Difesa; l'argomento è stato sempre al centro delle rivendicazioni politiche del paese ma questa volta, complici la crisi economica globale e i temi delle ricchezze dell'Artico che fanno ormai gola a numerose potenze, la Cina in primo luogo, è passato in cavalleria. O meglio è stato messo in 'stand by' secondo il parere del prof. Ulrik Pram Gad dell'Università di Copenaghen che ha dichiarato ai giornali: "Non è ancora la fine del nazionalismo, ma questa volta il tema è la politica economica....gli investimenti stranieri, la diversificazione del portafoglio nazionale".

E si possono aggiungere le rotte artiche, la navigazione, la caccia alle balene, la controversa ricerca dell'uranio. La Groenlandia, 'verde terra' piuttosto desolata per la verità, è l'isola più grande del mondo e possiede sotto la coltre dei ghiacci che ne intrappolano la ricchezza, risorse eccezionali come oro e petrolio, terre rare e uranio. La sua seconda ricchezza è la pesca e forse non a caso uno dei contendenti di venerdì, Kim Kielsen nuovo leader di Siumut, tra gli slogan ha utilizzato un buon vecchio detto: "Un pesce in ogni rete".

L'altro partito di spessore, che secondo gli ultimi sondaggi potrebbe insidiare Siumut, è Inuit Atakqatigiit (Ia, sinistra) guidato da Sara Olsvig, che ha messo al centro della sua campagna elettorale le riforme e un nuovo sguardo sul tema della politica economica, bisognosa di un 'cambio di verso' radicale: oltre al tradizionale impegno per estrarre dal sottosuolo tutto il 'ben di Dio' di cui è ricca, la Groenlandia dovrebbe sapere - sostiene - che "il petrolio e i minerali non salveranno necessariamente l'economia", ma occorre sviluppare tra l'altro il turismo, una nuova politica ambientale, la lotta alla corruzione.

Il paese sta invecchiando - i giovani tendono ad andare a studiare in Danimarca e a restarci per le maggiori opportunità di lavoro che la 'casamadre' offre - e la necessità di diversificare l'economia è ormai impellente, così come - al pari di molti paesi nordici - ridistribuire il reddito tra ricchi e poveri e aree rurali e la capitale, Nuuk.

Secondo Jacob Janussen della Commissione groenlandese di autodeterminazione, "il paese ha bisogno di un maggior numero di imprese private". Come si vede le differenze tra i due maggiori candidati in lizza non sono abissali: gli ultimi sondaggi dicono però che c'è la concreta possibilità che chi vince (che sia Kielsen o la Olsvig) debba piegarsi ad un governo di coalizione il cui ago della bilancia potrebbe diventare il partito populista Naleraq, creato dall'ex primo ministro Hams Enoksen all'inizio dell'anno.

ats

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