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SUDAN"Meriam ha partorito incatenata"

30.05.14 - 10:50
Lo ha dichiarato il marito della donna, che martedì ha dato alla luce la piccola Maya, condannata a morte perché accusata di essersi convertita al cristianesimo
Foto web
"Meriam ha partorito incatenata"
Lo ha dichiarato il marito della donna, che martedì ha dato alla luce la piccola Maya, condannata a morte perché accusata di essersi convertita al cristianesimo

KHARTOUM - La notizia della nascita di Maya ha fatto il giro del mondo. E' nata martedì scorso nel carcere femminile di Khartoum, capitale del Sudan e la sua foto ha suscitato forti emozioni, soprattutto in Occidente, dove ha destato scalpore il caso di Meriam Jahia Ibrahim Ischag.

La 27enne è stata condannata a morte e a 100 frustate per apostasia. E' accusata di essersi convertita al cristianesimo. E mentre ieri è giunta la notizia di un'altra donna in carcere dal 2 aprile in Sudan per aver dichiarato all'anagrafe di essere cristiana, da Khartum arrivano dettagli inquietanti sulle pessime condizioni di prigionia della donna. In particolare ha suscitato scalpore il fatto che la donna abbia partorito incatenata.

E' stato il marito di Meriam, Daniel Wani, che ha potuto visitare la moglie in ospedale dopo il parto, a raccontare al "The Telegraph" che "durante il parto ha dovuto portare una catena alle gambe".

Meriam Yehya Yehya Ibrahim può tenere con sé per due anni la piccola. Giusto il tempo di svezzarla. Meriam non potrà vedere crescere la sua creatura. Tra due anni sarà giustiziata.

La gioia di Meriam in un carcere dove il suo figlio di venti mesi condivide il destino della madre.

Meriam ha tanto coraggio. Prima della nascita di Maya Meriam ha dichiarato di preferire morire piuttosto che abbandonare la sua religione: il cristianesimo.  Sul Sudan Tribune si legge che la donna si è considerata da sempre cristiana.

La donna è figlia di una cristiana etiope e di un sudanese musulmano. Il padre è stato assente durante la sua infanzia ed è cresciuta con sua mamma che l'ha educata al cristianesimo. Nel 2013 è stata arrestata sulla base di una denuncia partita da un parente della donna.

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