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FRANCIAFamiglia sterminata, la psicologa: "E' positivo che la bimba parli"

06.09.12 - 19:55
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Famiglia sterminata, la psicologa: "E' positivo che la bimba parli"

PARIGI - "Un forte choc il cui recupero avviene solo nell'ambito della parentela. Il fatto che parli è positivo perché vuol dire che nonostante tutto la bambina non è bloccata e non ha perso la capacità di esprimersi": è questo il parere di Anna Oliviero Ferrais, professore di psicologia dell'età evolutiva all'Università La Sapienza di Roma, in merito al trauma subito dalla bambina di quattro anni miracolosamente sana e salva per essersi nascosta nell'auto dei genitori, uccisi entrambi nella strage di Chevaline, in Alta Savoia.

"A quattro anni i bambini hanno un attaccamento molto forte ai loro familiari e c'è la percezione di qualcosa di tragico in quello che ha vissuto", aggiunge Anna Oliviero Ferraris che, riguardo al fatto che la bambina sia rimasta sotto il corpo della mamma per otto ore, tanto da essere totalmente invisibile agli occhi dei gendarmi, spiega: "Un bambino di quell'età si basa sui suoi genitori e fa quello che loro fanno. E quindi resta pietrificato come loro, anche perché non sa più a chi rivolgersi".

"È un segnale positivo che la bambina abbia parlato - ribadisce la psicologa - perché con traumi come questo in bambini di quella età la prima reazione è la perdita della parola per un tempo più o meno lungo, perché quello che è successo è incomprensibile e non si può spiegare. Probabilmente in questo caso, la percezione di quello che è accaduto sarà posteriore. In futuro la bambina avrà flashback, immagini staccate di quello che ha vissuto".

"Il recupero è lento - conclude la psicologa - e avviene solo nell'ambito della parentela. L'unico modo per recuperare è metterla a contatto con nonni e parenti. Dopo un fatto così tragico, la bambina deve ritrovare un adulto con cui ristabilire un rapporto di fiducia".

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