Di affluenza "alta" ha parlato in una conferenza stampa a Tripoli, senza fare cifre, il presidente dell'Alta commissione elettorale, Nouri al-Abbar. Ma sui problemi di sicurezza in Cirenaica il governo, nell'appuntamento con la stampa della capitale, è finito subito sotto accusa, con diversi giornalisti che hanno parlato di "fallimento del piano di sicurezza", troppo concentrato su Tripoli e il nord a spese della Cirenaica. "Stiamo provvedendo a risolvere il problema della mancata apertura di alcuni seggi, ma non parlerei di fallimento", si è difeso un portavoce del ministero dell'interno.
"Abbiamo avuto problemi in alcuni seggi ad Ejdhbya, a 150 chilometri da Bengasi", ha confermato Mohammed Shaban, uno degli osservatori di Bedaya, una ong libica. "Il processo elettorale si è fermato, ma ha poi ripreso", ha aggiunto.
A Tripoli finora il voto si è svolto senza problemi e a prevalere è solo l'entusiasmo della gente. Mamme accompagnate dai bambini, uomini ma anche molti anziani hanno affollato i seggi, incuranti del caldo. Oggi è una giornata "storica" e tutti, o quasi, vogliono esserci. "Aspetto da un po', ma non mi importa. C'è gente che aspetta da 50 anni", dice sorridendo la giovane Mona, che accompagna l'anziana madre.
"Siamo in giro per i principali seggi e il voto si sta svolgendo in modo tranquillo", dice Oksana Kurylim, che fa parte del team di osservatori di una ong canadese.
I libici votano oggi fino alle 20:00 per eleggere i 200 membri dell'Assemblea costituente che poi dovrà redigere la Costituzione, il primo passo verso la democrazia.