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BEIRUTSiria: cessate fuoco rispettato a metà, tregua fragile

12.04.12 - 20:44
Siria: cessate fuoco rispettato a metà, tregua fragile
BEIRUT - Gli occhi rimangono tutti puntati sulla Siria, nonostante il bagno di sangue pare si sia fermato: la tregua finalmente c'è, sembra più o meno rispettata anche se non totalmente, ma rimane molto "fragile" e un nulla potrebbe farla saltare, dando di nuovo il via alla carneficina che ha fatto oltre 10'000 morti in poco più di un anno.

L'invio "a breve" di poco più di 200 osservatori dell'Onu, disarmati, per controllare il rispetto del cessate il fuoco, entrato in vigore oggi è almeno per il momento lo strumento su cui puntano le potenze occidentali, la Russia e la Cina per riportare "la pace" nel martoriato Paese mediorientale, sconvolto da violenze scaturite a seguito della brutale repressione delle proteste anti-regime cominciate 13 mesi fa.

Secondo fonti dell'Onu, i 15 membri del Consiglio di Sicurezza sono pronti a votare domani in favore di una risoluzione per la creazione della missione dei caschi blu, che saranno comandati dal generale norvegese Robert Mood.

Kofi Annan, l'inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba autore del piano di pace in sei punti, ha affermato che il cessate il fuoco da lui richiesto con insistenza sembra ora esser rispettato. Ma ha rinnovato l'invito a Damasco a ritirare le truppe e le armi pesanti dai centri urbani.

Riuniti a Washington per la ministeriale del G8, anche i responsabili della diplomazia dei "Grandi" hanno salutato il cessate il fuoco, pur manifestando qualche perplessità. L'americana Hillary Clinton ha detto che il G8 accoglie con favore le notizie riportate da Annan.

Già nei giorni scorsi a Damasco, il generale Mood sarà domani di nuovo nella capitale siriana per capire dalle autorità locali le loro condizioni al dispiegamento di una missione che, per esiguo numero di uomini e per i limiti alla sua libertà di movimento sul territorio, secondo gli osservatori rischia di avere come unico risultato di far guadagnare altro tempo al regime.

Dal canto loro, i vertici dell'Esercito libero dei disertori e dei ribelli anti-regime hanno affermato oggi, tramite il loro portavoce, il colonnello Qassem Saad ad Din di Homs, di aver rispettato "al 100%" il cessate il fuoco chiesto da Annan.

L'agenzia ufficiale Sana parla però dell'uccisione di un ufficiale e del ferimento di 24 altri militari governativi nella periferia di Aleppo in un "attentato dinamitardo" compiuto da non meglio precisati terroristi contro un bus turistico che trasportava truppe.

Gli attivisti anti-regime hanno invece documentato, con un bilancio dettagliato e arricchito di video amatoriali e foto, l'uccisione di almeno nove persone tra Homs, i sobborghi di Damasco e Dayr az Zor. Altre fonti parlano di 18 uccisi, per lo più civili.

A Dayr az Zor e in alcuni sobborghi di Damasco manifestazioni anti-governative si sono svolte prima di esser disperse da spari delle forze di sicurezza. Il ministero degli Interni ha ricordato che ogni manifestazione deve essere autorizzata.

I vertici del Consiglio Nazionale Siriano (CNS), che rappresenta gli oppositori all'estero e una fetta degli attivisti in patria, aveva oggi invitato tutti i siriani a scendere in strada, approfittando dell'impegno del regime a cessare il fuoco, per protestare contro il presidente Bashar al Assad.

Da Hama, testimoni oculari e attivisti hanno fatto sapere che, anche se il regime si è in parte oggi astenuto dall'usare armi pesanti, è praticamente impossibile manifestare, perché l'esercito e le altre forze del regime continuano a presidiare i centri urbani, mantengono i loro checkpoint e i cecchini sui tetti dei palazzi.

Rapprestanti del CNS da Ginevra hanno detto, citando loro colleghi in Siria, che numerosi arresti sono stati condotti a Homs e Daraa.

ATS
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