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STATI UNITIOtto anni dopo, "vivo nel terrore, ma non mi pento"

25.03.12 - 11:31
Lynndie England l'ex soldatessa che umiliava i prigionieri iracheni torna allo scoperto e si racconta in un'intervista
Keystone
Otto anni dopo, "vivo nel terrore, ma non mi pento"
Lynndie England l'ex soldatessa che umiliava i prigionieri iracheni torna allo scoperto e si racconta in un'intervista

FORT ASHBY - Otto anni fa le foto della soldatessa americana che umiliava i prigionieri iracheni denudati e con il guinzaglio al collo fecero il giro del mondo e suscitarono una forte reazione.

Lei, Lynndie England fu congedata con disonore dal servizio militare e fu condannata per cospirazione, maltrattamento di detenuti e atti indecenti a tre anni di prigione militare.

Nemmeno un lavoro al McDonald - Oggi Lynndie England ha un bambino di sette anni e vive con i genitori. È il giornale americano "The Daily" ad aver intervistato l'ex soldatessa e a rivelare la sua nuova vita. La donna vive oggi assieme ai genitori, da cinque anni è disoccupata e non riesce a trovare un lavoro. "Mi sono candidata ovunque, ma nessuno vuol darmi un lavoro. Nessuno mi risponde, nemmeno per un posto al Mc Donald" ha raccontato la donna che è tornata a vivere a Fort Ashby, dove era di stanza prima di partire per la guerra in Iraq. Di tanto in tanto aiuta un suo amico attivo nell'assistenza sociale. Nulla di più.

Sola e senza un uomo - Anche dal punto di vista  affettivo, il quadro che ne viene fuori è di una totale desolazione.  L'ex compagno Charles Graner, con il quale non ha più contatti, è stato uno dei principali responsabili della scandalo delle torture ad Abu Ghraib nel 2004 ed ha scontato una pena di dieci anni di carcere. Dalla loro relazione è nato un figlio, che oggi ha otto anni. Charles Graner tradiva la donna con un'altra soldatessa, e non ne ha voluto sapere di riconoscere il figlio nato dalla relazione con Lynndie. "Pensavo che avrei potuto trovare un altro uomo, sposarmi, e dare un nuovo papà a mio figlio, ma ormai mi devo ricredere" ha raccontato la donna alla quale è stato diagnosticato uno stress post-traumatico al suo ritorno in patria.

Una vita di insonnia - Il giornale The Daily l'ha definita paranoica, ma pare che abbia interrotto la terapia a base farmaci a cui si è sottoposta a lungo. Ha raccontato che di notte non riesce a dormire e vive nella costante paura che le sue vittime possano venire a vendicarsi. "Quelli possono venire ad uccidermi pure fra 20 anni. Sono persone che sanno aspettare. Hanno pazienza".

Nessun rimorso - Le sue idee sono sempre le stese e non ha alcuna intenzione di chiedere scusa alle vittime, sarebbe come dire ”mi dispiace” al nemico. Nessun rimorso traspare nelle sue parole. "Le loro vite sono migliorate. Non erano innocenti. Stanno cercando di ucciderci, e io dovrei chiedere scusa a loro?".

L'ex soldatessa, da quanto si apprende, avrebbe lottato non poco per abituarsi alla vita civile. Spesso indosserebbe, infatti, ancora la sua divisa militare, mentre lavora in giardino.

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