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PAKISTAN / SVIZZERAOstaggi svizzeri: i talebani chiedono 3 milioni di dollari

17.10.11 - 18:17
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Ostaggi svizzeri: i talebani chiedono 3 milioni di dollari

ISLAMABAD - I talebani pachistani che detengono da più di tre mesi una coppia svizzera chiedono un riscatto di tre milioni di dollari in cambio del loro rilascio. I rapitori domandano pure la liberazione di un centinaio di ribelli nelle mani delle autorità di Islamabad.

"Taluni dei nostri combattenti sono detenuti dall'esercito pachistano e noi vogliamo che siano liberati quanto prima", ha dichiarato oggi un capo dei talebani nel corso di un'intervista telefonica con il giornalista Haq Nawaz Khan. "Il governo elvetico deve spingere il Pakistan a farlo e pagare una somma di tre milioni di dollari se vuole la liberazione dei due cittadini svizzeri", ha aggiunto.

Il responsabile islamista ha precisato che il riscatto è stato deciso dalle più alte autorità del Movimento dei talebani del Pakistan (TTP), confermando così una notizia pubblicata ieri dai domenicali "SonntagsZeitung" e "Le Matin Dimanche". Ha poi aggiunto che un video dove compaiono i due ostaggi sarà reso pubblico prossimamente e che i due sono in buona salute.

Cambio tattico - Dal canto suo il direttore del FATA Research Centre d'Islamabad, Saifullah Khan Mahsud, un centro di ricerca sulle zone tribali pachistane, ha confermato l'esistenza di un video girato all'interno di una stanza buia e in cui appaiono la giovane donna, con i capelli coperti da un foulard, e il suo compagno, con una barba lunga. Secondo Mahsud, questo video non sarebbe ancora stato trasmesso alle autorità elvetiche.

Queste richieste costituiscono un cambiamento tattico radicale per i talebani del Pakistan che finora esigevano il rilascio di Aafia Siddiqui, una scienziata 39enne condannata a 86 anni di galera per aver tentato di uccidere ufficiali americani in Afghanistan in cambio della liberazione dei cittadini svizzeri.

Sempre secondo Mahsud, questo mutamento repentino sarebbe dovuto alla mancanza di risorse finanziarie dei talebani. "Hanno bisogno di soldi (...). Non ne hanno più", ha dichiarato all'ats.

Notizia rassicurante - Mahsud ritiene peraltro che l'esistenza di un video recente sia una notizia rassicurante per i due ostaggi bernesi. I talebani "valorizzano davvero i loro ostaggi, dunque li trattano bene", ha tenuto a sottolineare.

I prigionieri dei talebani sono raramente sottoposti ad atti di tortura e beneficiano anzi di condizioni di detenzione secondo l'ospitalità tradizionale in vigore nell'ovest del Pakistan.

Per contro, i rapitori non hanno fretta e la detenzione degli ostaggi potrebbe proseguire durante diversi mesi, osserva l'esperto. A suo avviso, la rapidità della loro liberazione dipenderà dall'atteggiamento delle autorità svizzere e in particolare dalla loro volontà di avviare negoziati con i talebani.

"No comment" da Berna - Interrogati dall'ats, l'ambasciata svizzera a Islamabad e il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non hanno voluto rilasciare alcun commento. Il DFAE rinvia alla sua presa di posizione del 2 luglio in cui si affermava che l'ambasciata "è in contatto permanente con le autorità locali" e che una task force è stata istituita al fine di coordinare le attività dei servizi interessati.

Il FATA Research Centre dispone di una rete di informatori tra i poliziotti, gli abitanti e i responsabili locali delle zone tribali dove trovano rifugio i talebani pakistani nonché i numerosi altri gruppi di insorti.

Il ricercatore pachistano, anch'esso originario di questa regione montagnosa alla frontiera con l'Afghanistan, ha tuttavia insistito sul fatto che il suo istituto non ha contatti diretti con i talebani, ma che questi si fanno tramite intermediari.

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