La procura di Verona vuole capire come mai la pattuglia dei carabinieri che lo intercettò dopo il secondo omicidio si limitò a seguirlo a distanza senza cercare di catturarlo
BOLOGNA - La procura militare di Verona ha aperto un fascicolo per ricostruire cosa successe la sera tra l'8 e il 9 aprile scorso, quando una pattuglia dei carabinieri incrociò Igor il russo, il super-ricercato da sei mesi da centinaia di agenti delle forze dell'ordine e militari.
L'inchiesta (al momento non ci sono indagati né un'ipotesi di reato) vuole chiarire perché i militari si limitarono a seguire a distanza quello che all'epoca era conosciuto come Igor Vaclavic (oggi invece è noto con il suo vero nome, Norbert Feher) a bordo di un Fiat Fiorino rubato. Il criminale, appena pochi minuti prima, aveva aperto il fuoco contro la guardia provinciale Valerio Verri, uccidendola.
La vicenda è già emersa: i carabinieri dissero che non c'erano le condizioni per tentare l'arresto né ingaggiare un conflitto a fuoco con Feher senza che potessero esserci conseguenze per la pattuglia. Il ricercato riuscì a prendere l'equipaggiamento che teneva nascosto in una zona boschiva e a far perdere le sue tracce. Ad oggi Norbert Feher è ancora latitante.