La corsa contro il tempo, e le condizioni atmosferiche, dei soccorsi nella scuola distrutta dal sisma. Intanto il bilancio delle vittime del sisma sale ad almeno 230
CITTÀ DEL MESSICO - Mentre il numero dei morti accertati è arrivato a quota 230 (ed è tristemente destinato a salire) c'è ancora chi lavora fra le macerie per tentare di soccorrere chi ancora si trova imprigionato negli edifici crollati.
Continuano i lavori anche nella scuola primaria Enrique Rebsamen distrutta dal sisma, nella quale hanno perso la vita a 25 persone fra allievi e insegnanti . L'obiettivo di volontari e soccorritori è quello di salvare una 12enne intrappolata e ancora viva assieme a due compagni di classe che, in base alle misurazioni della temperatura sembrerebbero vivi pure loro.
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I soccorsi sono riusciti ad entrare in contatto con la ragazzina ieri pomeriggio tardi, il loro lavoro è continuato anche nella notte e questa mattina malgrado la pioggia e il rischio di ulteriori crolli. Diversi volontari si sono occupati di distribuire cibo, acqua e mantelline agli sfollati: «Questo è lo spirito di noi Messicani», ha spiegato uno di loro a a Foro Tv, rete locale affiliata Cnn, «Se sei ricco o povero non importa, se hai bisogno d'aiuto noi ti aiutiamo»
«Pensavo che qualcuno avesse tirato il calcio alla mia sedia ma mi sono girata e non c'era nessuno», ha ricordato una delle studentesse dell'istituto scolastico. La ragazza, uscita incolume dal crollo, stava sostendo una prova scritta quando il sisma è iniziato: «La prof ci ha fatto uscire dalla classe dicendoci che c'era il terremoto, siamo arrivati fino alle scale quando è venuto giù tutto tutto, c'era polvere ovunque, non si vedeva più nulla»