Cerca e trova immobili

ITALIACaso Garlasco, «Stasi è colpevole, nessun errore»

22.08.17 - 16:15
È la posizione della Suprema Corte sul caso relativo all'uccisione di Chiara Poggi
Caso Garlasco, «Stasi è colpevole, nessun errore»
È la posizione della Suprema Corte sul caso relativo all'uccisione di Chiara Poggi

PAVIA - Nel condannare in via definitiva Alberto Stasi a 16 anni di carcere, nel dicembre 2015, per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi a Garlasco (Pavia), commesso dieci anni fa, la Cassazione "non ha commesso alcun errore percettivo". Lo scrive la Suprema Corte nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 28 giugno, ha bocciato un ricorso straordinario con cui la difesa dell'ex studente bocconiano puntava a un processo d'appello ter e a riaprire il dibattimento, sospendere la pena e riesaminare testimoni.

Nel ricorso l'avvocato Angelo Giarda aveva parlato, in sostanza, di un "errore di fatto" per una "svista" da parte della Suprema Corte che non si era accorta che nell'appello bis non erano stati sentiti alcuni testi. Ricorso a cui si erano opposti i genitori di Chiara, rappresentati dai legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Campagna. Nelle motivazioni depositate e anticipate da 'Il Giorno' gli Ermellini scrivono che "i giudici di legittimità avevano ben presente il concreto sviluppo di tutta la vicenda processuale".

La prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Patrizia Antonella Mazzei, nelle dieci pagine del verdetto con cui ha respinto l'istanza della difesa, scrive che "il difensore dello Stasi, solamente in sede di ricorso straordinario" ha rilevato "che la Corte d'appello ha riformato la pronunzia di assoluzione di primo grado in punto responsabilità, senza far luogo alla nuova escussione dei testi assunti dal giudice di primo grado". E anche a voler "ammettere" che "il giudice di appello abbia riformato la sentenza di assoluzione di primo grado sulla base di una diversa valutazione di attendibilità di testimoni, dei quali non avrebbe proceduto a nuova escussione", la Suprema Corte fa presente, però, che questa "questione" avrebbe dovuto essere "proposta come motivo di ricorso per Cassazione" all'epoca, "mentre nessuna doglianza è stata mossa, a suo tempo, in tal senso".

In più, poi, scrivono ancora i giudici "ragioni di completezza impongono di rilevare come, con riguardo al merito del preteso errore di fatto enunciato con l'impugnazione straordinaria", il ricorso è "inammissibile per manifesta insussistenza di un errore percettivo". Nel caso concreto, infatti, spiega la Corte, "contrariamente a quanto sostenuto dallo Stasi e dalla sua difesa, risulta chiaramente dalla lettura della sentenza emessa il 12 dicembre 2015 dalla Corte di cassazione, che i giudici di legittimità avevano ben presente il concreto sviluppo di tutta la vicenda processuale, rinvenendosi nella decisione suddetta molteplici riferimenti al momento e, dunque, alla fase o grado del giudizio, cui le risultanze processuali a contenuto dichiarativo furono assunte".
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE