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REGNO UNITOCharlie non potrà morire a casa sua

26.07.17 - 20:40
La richiesta dei genitori non può essere esaudita, il piccolo passerà gli ultimi suoi giorni in una struttura per malati terminali
Keystone
Charlie non potrà morire a casa sua
La richiesta dei genitori non può essere esaudita, il piccolo passerà gli ultimi suoi giorni in una struttura per malati terminali

LONDRA - Il piccolo Charlie non morirà né in ospedale né in casa sua: i suoi ultimi giorni prima che venga staccato il respiratore li trascorrerà in un hospice, un centro assistito per malati terminali.

Si è giunti a questa decisione stasera, al termine di un'altra seduta fiume presso l'Alta Corte di Londra in cui il Great Ormond Street Hospital (Gosh), dov'è ricoverato Charlie, e i genitori del piccolo, Connie Yates e Chris Gard, non hanno trovato un accordo.

Al termine, il giudice Nicholas Francis ha battuto il martelletto e dato un ultimatum per domani alle 12 : di fronte ad una nuova fumata nera procederà d'ufficio a ordinare il trasferimento di Charlie in un hospice, il cui nome dovrà restare segreto.

Una soluzione che alla fine - ha fatto trapelare nel corso del pomeriggio l'avvocato dei Gard, Grant Armstrong - è stata accettata dai genitori. Una svolta alla quale continua ad opporsi l'ospedale, ma resa possibile quando un medico specialista dello stesso Great Ormond Street Hospital si è offerto di assistere il piccolo nei suoi ultimi giorni insieme a diversi infermieri dello stesso istituto.

Oggi in aula i legali delle due parti hanno ribadito le loro ragioni: da un lato l'ospedale a sostenere che le uniche cure che accompagnino Charlie alla inevitabile morte debbano essere somministrate solo nelle sue strutture, con un respiratore che non può essere trasportato altrove, dall'altra i genitori a chiedere che Charlie possa trascorrere le sue ultime giornate a casa, nell'affetto della famiglia, in "tranquillità".

Di fatto l'intera vicenda ha subito una triste accelerazione negli ultimi giorni, quando Connie e Chris sono stati costretti ad accettare l'inevitabilità della morte del loro piccolo - «E' tempo che vada e che stia con gli angeli», hanno detto solo due giorni fa - dopo che è caduta la possibilità ventilata nelle scorse settimane, di un suo trasferimento negli Usa per essere sottoposto a cure sperimentali. Cure ormai diventate inutili perché troppo tardive, come ha commentato anche un esperto del Bambino Gesù di Roma.

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COMMENTI
 

dino 6 anni fa su tio
Questa triste storia dimostra una volta di più, come ce ne fosse bisogno, che l'essere umano fa schifo! Per fortuna non tutti ma tanti, troppi!
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