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ITALIAMostro di Firenze: si riapre il caso, si segue una "pista nera"

26.07.17 - 10:31
Gli 8 duplici omicidi sarebbero legati alla "strategia della tensione"
Keystone
Mostro di Firenze: si riapre il caso, si segue una "pista nera"
Gli 8 duplici omicidi sarebbero legati alla "strategia della tensione"

FIRENZE - Per i delitti del mostro di Firenze ci sarebbe una nuova pista che legherebbe gli 8 duplici omicidi alla "strategia della tensione", a una "pista nera". Lo scrivono oggi alcuni media italiani.

Il pubblico ministero che ha sempre indagato sui delitti del mostro, Paolo Canessa, ora procuratore capo a Pistoia, avrebbe indagato un ex legionario, Giampiero Vigilanti, 86 anni, residente a Prato. L'inchiesta sarebbe condotta in collaborazione con il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco.

L'uomo, secondo quanto spiegato, conosceva Pietro Pacciani: come lui nel 1951 abitava a Vicchio, nel Mugello, quando quest'ultimo uccise l'ex rivale sorpreso con la sua ragazza. Vigilanti sarebbe stato sentito da Canessa più volte negli ultimi mesi e condotto nei luoghi dove vennero uccise le coppiette. Era già stato coinvolto marginalmente dalle indagini. La pista nera era stata già emersa 30 anni fa e poi ripresa dopo un esposto dell'avvocato Vieri Adirani, legale dei familiari di Nadine Mauriot, una delle vittime del mostro.

Secondo quanto ricostruito anche da Il Corriere Fiorentino, Vigilanti venne perquisito nel settembre 1985, tre giorni prima della prima perquisizione a Pietro Pacciani. Sembra fosse stato segnalato da alcuni vicini come possibile 'mostro'. Nella sua abitazione furono trovati alcuni ritagli di giornali sui delitti delle coppiette.

Nove anni più tardi, nel 1994, si legge ancora sui quotidiani, dopo una lite con un vicino di casa l'ex legionario fu perquisito una seconda volta e in casa i carabinieri gli trovarono 176 proiettili calibro 22 di marca Winchester serie H, gli stessi usati dal mostro di Firenze. Gli accertamenti non portarono a niente e Vigilanti venne scagionato. Due anni fa le indagini si sarebbero nuovamente concentrate su di lui e su alcuni suoi racconti.

«Nessun collegamenti con ambienti eversivi» - «Smentisco categoricamente che dalle indagini in corso siano emersi elementi di prova che colleghino i delitti del 'mostro di Firenze' con possibili ambienti eversivi». Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo a proposito della nuova inchiesta sui delitti del maniaco delle coppiette. «I polveroni non fanno parte dello stile di questo ufficio, qualcuno evidentemente ha interesse a sollevarli ma questo non è la procura», ha aggiunto.

Creazzo ha quindi ribadito che «la procura della Repubblica indaga senza trascurare nessuna pista, ma procede su elementi che abbiano - ha concluso - una loro concretezza e non su supposizioni più o meno suggestive» .


 

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