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ITALIASiccità a Roma: stop ai prelievi d'acqua dal lago di Bracciano

23.07.17 - 19:17
Siccità a Roma: stop ai prelievi d'acqua dal lago di Bracciano

ROMA -  Legambiente è a favore della fine dei prelievi di acqua dal Lago di Bracciano, vicino a Roma, decisi dalla regione a partire da venerdì prossimo, nonostante le difficoltà che secondo l'azienda Acea, che cura la distribuzione idrica, creerà per la capitale, fino al razionamento in ampie zone.

«È un atto necessario per salvare il lago - afferma la branca del Lazio dell'associazione ambientalista - Ora si inizi a prevenire l'emergenza. Subito al lavoro per una diversa gestione della risorsa idrica e il Comune di Roma si attivi per piano di adattamento al clima per tutta l'area urbana». Il livello del lago è infatti vicino al limite minimo, avverte Legambiente.

Nel dossier "Captazioni e abbassamento dei laghi nel Lazio", presentato oggi, si afferma che la regione è «in severità idrica alta per la siccità: nel 2017 le precipitazioni si sono ridotte tra l'80% e l'85% e i laghi entrano in crisi anche a causa delle eccessive captazioni». Il Lago di Bracciano - al centro dello scontro per la crisi idrica di Roma - «ha un livello idrometrico di 140 centimetri rispetto allo zero con ripercussioni gravi su tutto l'ecosistema», secondo Legambiente.

Causa principale della crisi, l'enorme siccità che ha colpito il territorio: a giugno 2017 si registrano valori di millimetri caduti di pioggia ridotti dell'80% rispetto ai massimi registrati negli anni precedenti, per quanto riguarda Albano, Nemi, Canterno e Fiuggi, e fino all'85% nella zona di Bracciano, Trevignano e Bolsena.

A Bracciano sono caduti appena 196,4 mm di pioggia da inizio 2017, a fronte dei 603,4 totali nel 2007 (anno di minima piovosità) e 1.519,9 nel 2014 (anno di massima piovosità).

Nel lago di Albano negli ultimi 10 anni si sono registrati 21 milioni di litri d'acqua in meno, secondo Legambiente. Secondo altri esperti negli anni passati le captazioni erano commisurate alle precipitazioni, mentre di recente il livello dei prelievi da parte di Acea è rimasto fisso anche con piogge più scarse.

Il Lazio è la regione con il maggior numero di laghi d'origine vulcanica, che ne occupano l'1,3% del territorio, «uno straordinario patrimonio naturalistico, paesaggistico, turistico ed economico», si legge nel dossier. «Il clima che cambia impone cambiamenti radicali per gestione e consumo della risorsa idrica, non lo svuotamento delle riserve, questo è il presupposto da cui partire - dice Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio - prima di danneggiare in maniera irreversibile i preziosi e delicati ecosistemi lacustri e idrici che abbiamo sul territorio regionale. Oltre a combattere con tutte le forze le emissioni di gas climalteranti, c'è bisogno di piani di adattamento anche su scala locale, a partire dalla città di Roma, in cui è necessario anche un adeguamento delle condutture colabrodo che sul territorio provinciale perdono il 44,4% dell'acqua».

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