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FRANCIA12mila radicalizzati. Cambia il profilo e la strategia dell'attentatore

21.04.17 - 22:45
Il problema è dentro i confini. Il killer degli Champs-Elysees è il nuovo flop degli 007 francesi
Keystone
12mila radicalizzati. Cambia il profilo e la strategia dell'attentatore
Il problema è dentro i confini. Il killer degli Champs-Elysees è il nuovo flop degli 007 francesi

PARIGI - L'incubo di un campagna presidenziale stravolta dal terrore in Francia si trasforma brutalmente in realtà, a pochi giorni dal primo turno presidenziale del 23 aprile.

12.000 radicalizzati entro i confini - Il dilemma degli 007 francesi è ormai da mesi come controllare i 12.000 radicalizzati che rischiano di passare all'azione da un momento all'altro. Sono i famosi "fichés S", gli schedati a rischio jihad, per i quali la ricetta di Marine Le Pen di chiudere le frontiere non servirebbe.

Nel caso di Karim Cheurfi, il killer degli Champs-Elysees, il procuratore François Molins ha spiegato che non era neppure un "S", non avendo mai dato segnali esterni di vicinanza con il fondamentalismo.

«È impossibile controllare i movimenti di 12.000 sospetti - spiega all'ANSA una fonte vicina al ministero dell'Interno francese - l'unica strada sarebbe quella di intervenire quando queste persone si muovono per procurarsi armi. A questo punto entrano in contatto con la criminalità organizzata e diventano tracciabili».

Cambia il profilo e la strategia dell'attentatore - Proprio da questo aspetto - militari, gendarmi e poliziotti nel mirino della jihad - emerge una prima svolta nella strategia dei terroristi islamici: dalle stragi di commando che colpivano indiscriminatamente la popolazione, come il 13 novembre di Parigi o il 14 luglio di Nizza, si è passati (nel caso degli attacchi del Louvre, di Orly e degli Champs-Elysees) ad un target militare, o comunque in divisa.

«Il bersaglio, negli ultimi attentati, è diventato lo stato francese - spiega un inquirente - possibilmente in luoghi simbolici, il Louvre, l'aeroporto, gli Champs-Elysées». Infine, i killer: sul terreno non più "menti" come fu Abaaoud per il 13 novembre, e neppure "martiri" con grande ispirazione religiosa, ma dei "borderline" come l'uomo con i machete al Louvre, l'aggressore di Orly che passa in azione da ubriaco e dopo essere stato fermato a un posto di blocco, e Karim Cheurfi, più volte segnalato per il profilo psichiatrico a rischio e il suo odio maniacale per i "flics".

Il killer di Parigi nel mirino da anni, flop degli 007 - Quindici anni di processi, di condanne, di soggiorni in carcere. Per tre volte, Karim Cheurfi, 39 anni, era finito in cella per aver attentato alla vita di poliziotti. Erano il suo obiettivo e alla Dgsi, i servizi lo conoscevano bene per questo, non per la radicalizzazione. Eppure, per un inspiegabile flop dei controlli, a tre giorni dalle elezioni è riuscito a procurarsi le armi e a compiere il più spettacolare degli attentati, sugli Champs-Elysées.

Questo e molti altri sono i punti oscuri di un'inchiesta che segna il passo a 24 ore dall'assalto. Mistero assoluto sulla rivendicazione dell'Isis arrivata ieri sera: 'Abu Yusuf al Beljiki', ovvero "il belga", questo l'uomo al quale lo Stato islamico ha reso omaggio attraverso i suoi canali più abituali. Forse sbagliando, forse attribuendo l'azione a qualcuno che potrebbe aver fornito le armi a Cheurfi, ispirandolo e tenendo i contatti dal Belgio con i vertici Isis.

Il procuratore François Molins, solitamente accuratissimo nell'elencazione dei fatti e dei particolari dell'inchiesta, non ne ha fatto menzione nella sua dichiarazione alla stampa di oggi pomeriggio, né della rivendicazione né dell'ipotetica presenza di un complice.

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