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STATI UNITIMissili americani colpiscono la Siria

07.04.17 - 06:23
L'attacco alla base aerea di Shayrat - voluto da Trump e lanciato nella notte - è una rappresaglia contro il regime di Assad per la strage di civili perpetrata martedì a Khan Shaykhun
Keystone
Missili americani colpiscono la Siria
L'attacco alla base aerea di Shayrat - voluto da Trump e lanciato nella notte - è una rappresaglia contro il regime di Assad per la strage di civili perpetrata martedì a Khan Shaykhun

WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco missilistico in Siria su ordine del presidente Donald Trump, in risposta ai raid con armi chimiche avvenuti il 4 aprile scorso a Khan Shaykhun e attribuiti al regime di Assad.

59 missili - Sono 59 i missili Tomahawk lanciati da due cacciatorpediniere Usa nel Mediterraneo orientale, ed hanno colpito alle 20.45 ora di Washington - le 3.45 del mattino a Damasco - la base aerea di Shayrat, nel centro del Paese: la stessa da cui secondo fonti di intelligence sarebbero partiti i jet che martedì hanno scaricato agenti chimici sulla provincia di Idlib, fatali per oltre 70 persone tra cui almeno 30 bambini.

«Nessun bimbo deve soffrire» - Le immagini di quella ennesima sofferenza, tornate in poche ore ad acuire la lunga crisi siriana, sono arrivate al presidente Trump determinando prima un cambiamento di tono del commander in chief, fino alla decisione di agire presa nella giornata di giovedì stando ai suoi più stretti collaboratori. Perché «nessun bambino dovrebbe soffrire» come hanno sofferto quelli siriani, ha detto il presidente americano parlando brevemente alla nazione solo dopo l'attacco, da Mar-a-lago in Florida, poco dopo aver accolto il presidente cinese Xi Jinping.

«Mettiamo fine al bagno di sangue» - «Oggi ho ordinato un attacco militare mirato contro la base in Siria da cui è stato lanciato l'attacco chimico - ha detto il presidente Usa -. È nel vitale interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti evitare e impedire l'uso di letali armi chimiche». Poi un appello al mondo, ai «paesi civilizzati», affinché si uniscano agli Usa per «mettere fine al massacro e al bagno di sangue» in Siria. E l'affondo per gli «anni di tentativi falliti» nel cambiare il comportamento di Assad.

L'attacco chimico ha acceso la miccia - È il consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster a confermare poi che l'escalation per il commander in chief era stata innescata proprio dall'attacco di martedì scorso, in risposta del quale gli erano state presentate tre opzioni: Trump ha dapprima indicato di focalizzarsi su due di queste, ha poi preso la sua decisione finale nella giornata di ieri. Quindi l'azione e senza preavviso pubblico. Il Pentagono assicura che alcuni paesi erano stati avvertiti, anche la Russia attraverso i regolari canali militari.

Mosca sapeva - Anche il personale russo presente presso la base colpita - stando a quanto emerge - era stato avvertito, con lo scopo di evitare vittime collaterali. Però gli Stati Uniti hanno agito da soli. E alla Russia hanno lanciato un messaggio forte. A scandirlo ci ha pensato il segretario di Stato americano Rex Tillerson, nel sottolineare che Mosca ha «fallito nell'efficacia» di evitare un attacco chimico in Siria, come invece "promesso" nel 2013, quando la linea rossa tracciata dall'allora presidente Barack Obama si 'dissolse' anche in seguito al dichiarato impegno della Russia di monitorare sulla distruzione dell'arsenale chimico di Assad.

«Risposta proporzionata» - Adesso tutto cambia per Trump, che ancor prima della soglia dei 100 giorni da presidente veste i panni da commander in chief in sviluppi difficili da prevedere prima di questa settimana. Ancor più difficile prevedere il futuro, sebbene ancora Tillerson abbia garantito che la politica di Washington sulla Siria non cambia. Un attacco tattico quindi, mirato e limitato, non altro che una «risposta proporzionata» stando al Pentagono, che ha «severamente danneggiato o distrutto velivoli siriani, strutture di supporto e attrezzature, riducendo la capacità del governo siriano di inviare armi chimiche».

Damasco: «È aggressione» - Per Damasco e' un'«aggressione», cosi' la descrive la tv di Stato siriana confermando l'attacco e parlando di «perdite». Intanto reagisce con estrema rapidità il premier israeliano Benyamin Netanyahu, sottolineando il "pieno sostegno" di Israele alla decisione del presidente Trump.

I rapporti tra USA e Russia potrebbero peggiorare - Il Comitato di Difesa della Duma di Stato (la Camera bassa) russa afferma che l'attacco missilistico degli Stati Uniti contro la Siria potrebbe peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington, nonché portare a un ampliamento dei conflitti armati in Medio Oriente. Lo riportano i media russi.

Russi presenti nella base - Presso la base aerea in Siria colpita dai missili Usa vi era la presenza di russi. Lo hanno confermato fonti informate alla Cnn senza fornire ulteriori dettagli. La stessa Cnn inoltre, citando sempre fonti, riferisce di diverse conversazioni che hanno avuto luogo tra americani e russi durante la giornata. È stato intanto confermato che gli Usa avevano avvertito dell'azione diversi paesi tra cui Mosca.

I democratici: «Ci vuole l'approvazione del Congresso» - In reazione all'attacco ordinato dal presidente Trump in Siria i democratici americani sottolineano la necessità dell'approvazione del Congresso per eventuali ulteriori azioni militari. «Qualsiasi operazione militare in Siria di più lungo periodo e più vasta da parte dell'amministrazione Trump dovrà essere effettuata in consultazione con il Congresso», scrive in un comunicato Ben Cardin il più senior esponente democratico presso la commissione steri al Senato. Da parte sua lo speaker repubblicano della Camera, Paul Ryan, ha parlato di una «azione appropriata e giusta». Anche egli ha tuttavia auspicato un futuro coinvolgimento del Congresso negli sforzi per risolvere la crisi siriana.


 


 


 

 

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